mercoledì 30 dicembre 2015

una persona complicata

E' una persona complicata.
E' come una torta rovesciata, hai presente?
Ci sono tutti gli ingredienti giusti, ma nell'ordine sbagliato.
(Barbara Freethy)

Ph Yale Joel 

Crederci ...

Parleremo la nostra lingua e racconteremo le nostre storie, e ci crederemo con tutte le nostre forze ......
(D. Grossman - Che tu sia per me il coltello)

Ph Anders Petersen


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Un futuro di speranza ....

Copio in parte per questo articolo, un servizio pubblicato da Pascal, programma di RaiRadio2 condotto da Matteo Caccia (a me piacciono molto i programmi di Matteo Caccia, infatti ho inserito in questo blog una pagina con il sito di un suo programma dell'anno passato). Ho sentito ieri sera il programma e questa storia mi è rimasta impressa.


Ph Reuters 
(Profugo Siriano)

"Fra i tanti uomini e donne che attraversano il mediterraneo per sfuggire a guerre e persecuzioni di sicuro si nascondono tante storie, ma nella mischia di chi fugge a bordo di fatiscenti imbarcazioni, non si era mai vista una rock band, almeno fino a poche settimane fa. A Lesbo, tra gli sguardi attoniti dei turisti, sono sbarcati cinque componenti di una band indie-rock siriana, i Khebez Dawle. Il gruppo si forma a Damasco nel 2010 dall'amicizia di sei studenti universitari e dalla comune passione per i Pink Floyd. Ma la scelta di scrivere canzoni di protesta che denunciano la censura e la repressione del governo siriano costa cara alla band. Gli viene implicitamente proibito di esibirsi dal vivo. Negli scontri della rivoluzione araba, il batterista perde la vita. I Khebez Dawle decidono a quel punto di lasciare il paese. Dalla capitale siriana i cinque superstiti si spostano in Libano. vivono in un campo profughi e riescono a registrare il loro primo concept album. Il disco contiene 11 tracce di protesta e speranza. Con parte dei soldi dei cd e coi ricavi della vendita degli strumenti, viene finanziato il viaggio che da il via ad un'anomala tournée, dove le groupies lasciano il posto alle famiglie in fuga. I Khebez Dawle si comprano un gommone per fare il viaggio fino a Lesbo"
Continuo la storia ascoltata per radio ... Da lì ripartono e insieme agli altri siriani passano dalla Croazia per arrivare in Germania, facendo concerti lungo la strada. Avevano venduto tutti gli strumenti per comprare il gommone .... lungo la strada si comprano una chitarra .... insomma arrivano in Germania e continuano a suonare e fanno concerti e son davvero bravi .... fuggiti dalla Siria e dalla sottomissione continuano la loro storia musicale lontano dal loro paese di origine. Mi ha toccato in modo particolare questa storia, primo perché sono sempre più convinta che la musica riesca ad unire i popoli, che contribuisca alla rinascita (come ogni arte), poi perché le mie origini in parte sono quelle,  mia nonna con la sua famiglia (armena) è sfuggita da un genocidio, ha attraversato paesi per poi stabilirsi in un Paese che non era il suo e quindi sento particolarmente il dolore provato dalle genti che migrano in cerca di una terra. Siamo tutti viandanti in questo mondo ..... 

Lo vedo come un augurio per il nuovo anno ... per un futuro di speranza... Searching for Heart and Soul People 

Ho sentito varie cose di questo gruppo e son davvero bravi ....

Khebez Dawle - 2015



martedì 29 dicembre 2015

... cose che significano altre cose

«L'occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose».
Italo Calvino, “Le città invisibili”


M. C. Escher 

lunedì 28 dicembre 2015

ci ritroveremo ...

«Ci rivedremo, ci ritroveremo, e ci riconosceremo fra tutti».

Johann Wolfgang von Göethe, “I dolori del giovane Werther”


Ph René Burri

domenica 27 dicembre 2015

Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!

Abbiamo tutti dentro un mondo di cose: ciascuno un suo mondo di cose!
E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!
Luigi Pirandello - Sei personaggi in cerca d'autore 


Escher 

sabato 26 dicembre 2015

Sensitività ....

«Questo è il grande problema di coloro che sentono troppo e capiscono troppo: che potremmo essere tante cose, ma la vita è una sola e ci obbliga a essere solo una cosa, quella che gli altri pensano che noi siamo».
Antonio Tabucchi

Ph Benoit Courti

giovedì 24 dicembre 2015

Tempo che passa. E basta....

Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. È come se noi non fossimo mai esistiti. Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi pensare di essere nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. È tempo. Tempo che passa. E basta.

Alessandro Baricco - Oceano Mare 

Ph me - Francesca Cammisa 

mercoledì 23 dicembre 2015

Ti aspetterò ...

«Ti aspetterò» era una frase semplicissima e fondamentale. La ragione per cui era sopravvissuto. Era un modo comune per dire che avrebbe rifiutato tutti gli altri. Solo te. Torna da me».

Ian McEwan, “Espiazione“

Ph Josef Koudelka

lunedì 21 dicembre 2015

Ma fuori è silenzio già da qualche minuto

Ma fuori è silenzio già da qualche minuto. Non si muove una foglia e io ho paura di sollevare la penna. Sento i tuoi occhi sospesi sulle mie labbra. Cosa vuoi che dica? cosa potrei dire che ancora non ho detto? E cos'altro rimane da dire, a parole? 
(Che tu sia per me il coltello - David Grossman)

 Milla Jovovich - 1996
Ph  Peter Lindbergh 

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sabato 19 dicembre 2015

sottile ma fondamentale differenza...

- Intendo dire, hai mai fatto delle rinunce vere per ognuno di loro?
Hai perso del tempo soltanto perché la loro qualità di vita migliorasse?
Gli hai fatto davvero del bene? o gli vuoi solo bene?
E' molto facile volere bene a qualcuno. E' gratis, a volte ci viene pure naturale e non ci fa sprecare nemmeno tempo e denaro. La cosa difficile non è voler bene a qualcuno, ma è fargli del bene.
C'è una sottile ma fondamentale differenza...

Fausto Brizzi - Se mi vuoi bene

 

Ph Elliott Erwitt

venerdì 18 dicembre 2015

Gli amori difficili

«Mi accorgo che correndo verso Y ciò che desidero non è trovare Y al termine della mia corsa: voglio che sia Y a correre verso di me, è questa la risposta di cui ho bisogno, cioè ho bisogno che lei sappia che io sto correndo verso di lei ma nello stesso tempo ho bisogno di sapere che lei sta correndo verso di me».

Italo Calvino, “Gli amori difficili”


Ph Ernst Haas

giovedì 17 dicembre 2015

L'uomo è uno e nessuno ...

L'uomo è uno e nessuno.
Porta da anni la sua faccia appiccicata alla testa e la sua ombra cucita ai piedi e ancora non è riuscito a capire quale delle due pesa di più. Qualche volta prova l'impulso irrefrenabile di staccarle e appenderle a un chiodo e restare lì, seduto a terra, come un burattino al quale una mano pietosa ha tagliato i fili.
A volte la fatica cancella tutto e non concede la possibilità di capire che l'unico modo valido di seguire la ragione è abbandonarsi a una corsa sfrenata sul cammino della follia. Tutto intorno è un continuo inseguirsi di facce e ombre e voci, persone che non si pongono nemmeno la domanda e accettano passivamente una vita senza risposte per la noia o il dolore del viaggio, accontentandosi di spedire qualche stupida cartolina ogni tanto.
(Io uccido, Giorgio Faletti)


Ph Rodney Smith

mercoledì 16 dicembre 2015

Qualunque sogno tu possa sognare ....

Qualunque cosa tu possa fare.
Qualunque sogno tu possa sognare, comincia.
L’audacia reca in sé genialità, magia e forza. Comincia ora.
Johann Wolfgang von Göethe



Ilaria (1997)
Ph Gianni Papisca 

Il fascino ....

Era così triste, così calma, così dolce e al tempo stesso così riservata che, vicino a lei, ci si sentiva presi da un fascino glaciale: come quel brivido che si prova nelle chiese tra il profumo di fiori mescolato al freddo dei marmi.
(Gustave Flaubert, “Madame Bovary”)

Ph Paolo Roversi - Lucie

martedì 15 dicembre 2015

Sai una cosa? Diffido sempre di quelli dall’innamoramento facile.

Sai una cosa? Diffido sempre di quelli dall’innamoramento facile.
Quelli che hanno amato mille volte, sofferto mille volte e poi con un colpo di spugna sono passati alla scena successiva dimenticando tutte le emozioni. Quelli senza memoria.
Si ama poche volte nella vita davvero profondamente e siccome un grande sentimento mette radici ovunque è difficile estirparlo con facilità ….
Le fini rivelano gli inizi.
Dal modo in cui le persone gestiscono la fine di una amore puoi percepire qualcosa del modo in cui ameranno.

(Massimo Bisotti - Il quadro mai dipinto)

Ph Yale Joel 

lunedì 14 dicembre 2015

Mi perdoni?

[...]
Nei miei pensieri vivi ancora.
Sei la paura che taglia la pietra dentro me.
Sei la vita che spera in me.
Sei la morte che temo.
Mi sei capitata e io ti ho privata delle mie parole. Del mio dolore. Dei miei ricordi.
Il tuo posto dentro di me e tutto il nostro tempo.
Ho perso la nostra stella.
Mi perdoni?

(Nina George - Una piccola libreria a Parigi)

 Ph Rodney Smith 

Into the deep soul ...

«Se tu ti ricordassi di me, non mi importerebbe nulla neanche se tutti gli altri mi dimenticassero». 

Haruki Murakami - Kafka sulla spiaggia

Martha Graham 
Ph Imogen Cunningham

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domenica 13 dicembre 2015

Deep soul ...

I legami più profondi non sono fatti
né di corde, né di nodi, eppure
nessuno li scioglie.
(Lao Tze)
M. C. Escher 

sabato 12 dicembre 2015

l'unico sguardo che davvero ci potrebbe salvare ...

La guardò. Ma d'uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte.
Sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta.
Qualcosa come due cose che si toccano - gli occhi e l'immagine- uno sguardo che non prende ma riceve, nel silenzio più assoluto della mente, l'unico sguardo che davvero ci potrebbe salvare ...

Alessandro Baricco (Oceano mare)

Ph Ferdinando Scianna 
(Marpessa)

giovedì 10 dicembre 2015

Seminare ....

Dobbiamo essere come le piante, che affidano al vento milioni di semi con la certezza che almeno alcuni di questi germineranno.

Italo Calvino

Ph Ilaria Trapani 

mercoledì 9 dicembre 2015

Malgrado tutto ...

«Noi amiamo sempre… malgrado tutto; e questo “malgrado tutto” copre un infinito».

Emil Cioran - Sillogismi dell’amarezza


Ph Peter Keetman

martedì 8 dicembre 2015

Quando vidi quel volto ...

Oh, su quel viso bello e soave, c'è tanto dolore, ma quel dolore si è trasformato al tempo stesso in pura felicità e sorriso. Quando vidi quel volto, passò come una vampata nelle mie membra, tutti i miei pensieri ed i miei sogni di tanti anni mi apparvero confermati e all'improvviso, non furono più vani, io seppi a un tratto quello che dovevo fare e dove dovevo andare. 
(Narciso e Boccadoro - Herman Hesse)



Narciso - Caravaggio (Palazzo Barberini) - Ph me

lunedì 7 dicembre 2015

La vita è così, lente giornate tutte uguali e emozioni improvvise che trafiggono il respiro

Ci sono mani che le guardi e ti salvano, eventi straordinari per la loro semplicità. Si muovono e spostano pianeti. E sguardi cosmici che ci sono anche quando non ci sono. Una bellezza ultraterrena, la vera eleganza dell'anima. Una felicità malinconica e perfetta che nemmeno puoi spiegare, ci perdi dentro le parole. Resta mani e sguardi. Respiro di carne, vivo. Casa è ovunque si ha voglia di tornare, ovunque ci sia la curva del vento a farti fermare. È un lieve sollievo, un dettaglio emotivo che ci viene incontro a cambiare le cose. E alcuni desideri si avverano al tramonto, sul mare emozionale, un attimo prima della chiusura delle ciglia, leggeri sull'incanto, a ricordarci che non ci dimenticano se non siamo noi a scordarcene, a ricordarci che non c'è un'ultima spiaggia per l'amore. La vita è così, lente giornate tutte uguali e emozioni improvvise che trafiggono il respiro. C'è chi ti ruba l'aria e chi te la ridà, dosandola in quel modo così perfetto da insegnarti a respirare.
(Massimo Bisotti, La luna blu)

Dettaglio del Mosè di Michelangelo - San Pietro in Vincoli
Ph Me - Francesca Cammisa 

giovedì 3 dicembre 2015

La speranza ...

Mi sono imbattuta nei 100 scatti dell'anno della Reuters. Fotografie che raccontano l'anno 2015 .... l'80 se non addirittura il 90% raccontano storie di guerra, di violenza, di dolore, tutto ciò che contraddistingue questo anno che sta per concludersi .....Ho scelto questa foto di un rifugiato siriano che cammina verso la salvezza, come simbolo di speranza ....
Rifugiato siriano bacia la figlia mentre cammina sotto la pioggia verso la Macedonia (Reuters)

Affidarsi ...

Siamo circondati dalle menzogne [...] La certezza di potersi affidare a un'altra persona, sapere che non ti mentirà mai, che ti dirà sempre la verità quando glielo chiederai, è una cosa che non ha prezzo. Ti fa sentire forte, invincibile. Perché la verità muove universi interi, ti rende felice. Credo che la verità sia l'unica cosa che davvero conta. (Albert Espinosa)

Ph Henri Cartier-Bresson

mercoledì 2 dicembre 2015

lungo la strada ...

«Ma prima o poi ci sarà una nuova generazione di giovani che svegliandosi dal torpore, nel quale il potere li ha intrappolati, rovisteranno nelle soffitte impolverate dei loro genitori e troveranno uno zaino e un sacco a pelo e a questo punto andranno “lungo la strada” a riprendere il cammino interrotto».
Jack Kerouac



Ps io credo che ognuno di noi debba risvegliarsi dal torpore per riprendersi la propria vita. Ogni generazione ha le proprie "trappole" ma è la storia, è il mutamento dei tempi che le ha posizionate qua e là ed è difficile evitarle ..... 

martedì 1 dicembre 2015

... e se ne va, e io non la vedrò più

[...] e se ne va, e io non la vedrò più - addio -, già non la vedo più, è solo una schiena perfetta che si allontana di corsa, e addio Diana mia, addio bocca fondente che ho appena oltraggiato, addio voce roca che fa sembrare tutto divertente, addio capelli colore del grano, neri occhi senza fondo, corpo imperioso che domina lo spazio, tette che spezzano il cuore, la sinistra più grossa della destra, addio al meraviglioso tatuaggio acchiappasogni sparso sulla schiena, [...]
(Sandro Veronesi - Terre rare)


Ph Édouard Boubat

lunedì 30 novembre 2015

Ben più difficile è il silenzio ....

Ben più difficile è il silenzio.
Esso presuppone pazienza, costanza, testardaggine; e soprattutto si confronta con il giorno-dopo-giorno della nostra vita, i giorni che ci restano, uno dopo l’altro, lunghi davvero nelle piccole ore…
(Antonio Tabucchi)


Ph Rodney Smith

domenica 29 novembre 2015

l'amore, che c'è, c'è, e c'è ....

Ho ritrovato tra le mie letture in questi giorni un articolo di Michela Marzano, filosofa e scrittrice, che vive e insegna all'università a Parigi. L'articolo è stato scritto sull'onda dei fatti di Parigi, sull'importanza dell'amore in questi venti di guerra, amore che porta con sé "anche la forza del desiderio e del ricominciare da capo tutti insieme" . Vorrei solo trascriverne qualche stralcio.... 


Ph Brian Duffy 

"[...] E allora è stata un'evidenza ripartire proprio dall'amore, quel sentimento oceanico. come lo definisce Freud, che ci permette di "tenerci su" e che, anche quando si è circondati dall'odio, continua a darci la forza di andare avanti e lottare. [...] l'amore, che c'è, c'è, e c'è anche quando si è immersi nelle tenebre. E aiuta a trovare "con" gli altri la forza di opporsi al rancore e alla vendetta. L'amore accoglie e accetta. L'amore riconosce e tollera. L'amore, all'opposto della violenza, si nutre dell'alterità e delle differenze. E' quindi dall'amore che si deve ripartire. E dal rispetto. E dal rispetto. E dalla compassione. [...]" 


Allora ripartiamo da questo per rifondarci, per rifondare le nostre vite, a riprenderci le nostre anime, a svegliarci da questo torpore di "esseri distratti", per ricominciare a fondare un nuovo domani, per combattere ogni violenza e guerra, per riprenderci le nostre vite.... lo so possono essere le parole di un visionario, ma preferisco essere definita una "visionaria", una folle che una omologata alle coscienze distratte, piene di futili sogni .....

Amore - Ryuichi Sakamoto


giovedì 26 novembre 2015

martedì 24 novembre 2015

lunedì 23 novembre 2015

Quando eravamo ....

Remember when you were young, You shone like the sun....

Un contatto di FB ha pubblicato un paio di foto provenienti dalla mia macchinetta fotografica. Sono foto che girano per il webworldwide, che un amico fissato con le foto aveva voluto allora in copia, e che ogni tanto vengono ricondivise su FB. L'ultimo anno che ho vissuto stabilmente lì ho voluto immortalare in foto buona parte  delle persone che conoscevo, più amici o meno amici, i colleghi della radio, i luoghi che frequentavamo, volevo mantenere il ricordo di un posto che in fondo, nonostante tutto ciò che accadde, era importante per me. In realtà sono stati anni pieni di esperienze per me, ne ho già parlato negli articoli dedicati alla mia casa, e tutto ciò che è accaduto, in bene o in male che fosse, rimarrà sempre vivo nei miei ricordi.
Ho ripreso la foto pubblicata dal mio contatto, l'ho volutamente modificata, l'originale è a colori e non così sfuocata. L'ho resa così, come quelle immagini che si fermano nei nostri ricordi. In questa foto sono presenti due miei amici che non sono più tra noi, e non per retorica, ma erano ragazzi speciali. Con uno ci conoscevamo fin da piccolissimi, ci ritrovavamo a giocare proprio lì, sotto i portici: ai quattro cantoni, alla campana, un due tre stella (allora si poteva vivere per strada). Ci siamo ammalati io e mio fratello, le mie sorelle,  a stare lì sotto quei portici sempre in mezzo al vento, ne abbiamo portati i segni per anni (e mio fratello tutt'ora), ma era vita. E ad ogni età ci si incontrava sempre sotto quei portici, ci passavamo le serate e nottate intere, non gruppi fissi e chiusi ma tutti insieme, persone che arrivavano, altri che andavano, poi ritornavano. Ogni tanto ci si spostava nei pub, in discoteca, ci si annoiava ma si era sempre lì. Io sono lì in mezzo, in questa foto avevamo tra i diciassette e i diciotto anni, rivedendola  riflettevo di quanto potessimo essere semplici, naturali, nessun atteggiamento, nessuna mania di protagonismo, eravamo lì, tutti uguali, nella posa classica della "foto ricordo".  Quando eravamo ..... 



La vertigine ...

«Era la vertigine. L’ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa».

Milan Kundera, “L’insostenibile leggerezza dell’essere”


Ph Robert Jahns 

domenica 22 novembre 2015

... la fine della mancanza

A me piace vedere le persone riunite, forse è sciocco, ma che dire, mi piace vedere la gente che si corre incontro, mi piacciono i baci e i pianti, amo l'impazienza, le storie che la bocca non riesce a raccontare abbastanza in fretta, le orecchie che non sono abbastanza grandi, gli occhi che non abbracciano tutto il cambiamento, mi piacciono gli abbracci, la ricomposizione, la fine della mancanza di qualcuno.... 
(Molto forte incredibilmente vicino, J. Safran Foer)

Ph Robert Doisneau 

venerdì 20 novembre 2015

Il libero arbitrio non è altro che un'illusione...

- Comunque, che si tratti di menu, di uomini, o di qualsiasi altra cosa, pensiamo sempre di essere noi a scegliere. Ma forse in realtà non scegliamo proprio niente. probabilmente tutto è stato già deciso dall'inizio e noi facciamo solo finta di scegliere. Il libero arbitrio non è altro che un'illusione. A volte è questo che penso.
- Se fosse così, la vita sarebbe abbastanza cupa.
- Temo di sì.
- Ma se si ama qualcuno dal più profondo del cuore, sia pure una persona orribile, o qualcuno che non ricambia per niente il nostro amore, almeno la vita, per quanto cupa, non sarà solo un inferno.

Haruki Murakami, “1Q84”



M. C. Escher, Three Spheres II, 1946

giovedì 19 novembre 2015

Il principio Speranza...

Questa sera rubo da un post di Vinicio Capossela, che ha citato queste parole di Bloch, ne faccio eco, perché ho imparato a sperare, a perseverare, a credere che qualcosa cambierà, nelle nostre vite, nel mondo. Ho imparato a sperare in un cambiamento, in un ritorno, in un accenno, in fondo la speranza è sogno ....  anche se alcune volte sperare a assai faticoso, soprattutto quando le luci piano piano si allontanano ....

«L'importante è imparare a sperare. Il lavoro della speranza non è rinunciatario perché di per sé desidera aver successo invece che fallire. Lo sperare, superiore all'aver paura, non è né passivo come questo sentimento né, anzi meno che mai, bloccato nel nulla. L'affetto dello sperare si espande, allarga gli uomini invece di restringerli, non si sazia mai di sapere che cosa internamente li fa tendere a uno scopo e che cosa all'esterno può essere loro alleato. Il lavoro di questo affetto vuole uomini che si gettino attivamente nel nuovo che si va formando e cui essi stessi appartengono »
(Ernst Bloch, Il principio Speranza. Premessa)


Ph Annick Gérardin

... il desiderio che migliaia di parole diventino corpo

Ma fuori è silenzio già da qualche minuto. Non si muove foglia e io ho paura a sollevare la penna...E cos'altro rimane da dire, a parole? ... Se mi rimane un altro desiderio voglio, chiedo, che quelle migliaia di parole diventino corpo ....

(David Grossman - Che tu sia per me il coltello)




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mercoledì 18 novembre 2015

lunedì 16 novembre 2015

Le molteplicità dell'io ...

Nel corso delle nostre vite si incontrano molte persone. Non sempre queste rivelano fin da subito quale sia il loro vero io. Molte volte si hanno delle profonde delusioni per questa ragione. Ma gli incontri vengono, vanno ... non sempre si ha la necessità di mantenere rapporti di amicizia o altro, di cui si può fare benissimo a meno. Altre volte si conoscono persone con le quali si ha una identità d'anima e delle quali si percepisce quasi immediatamente quale sia la loro natura anche se mostrano una parte di loro che a volte è addirittura fastidiosa, ma chi le conosce bene sa che non è così e giustifica, per questa ragione, ogni loro comportamento che a volte fa male .... ma male davvero. 
E come dice Jung... "in ognuno di noi c'è un altro che non conosciamo" e questo vale soprattutto per noi stessi. Spesso ci meravigliamo di nostre reazioni in alcune situazioni che non avremmo mai pensato lontanamente ci potessero accadere e scopriamo di avere mille risorse o forse, mille debolezze. Alla fine ho capito che non amo chi è sicuro di sé stesso, che pensa di non sbagliare mai, e che mantiene in ogni situazione la propria sicurezza, non cede di una virgola. Anche se in alcuni momenti si ha bisogno di qualcuno che dica: vieni, dammi la mano, camminiamo insieme ora ci penso io a te... 
FC


Ph Werner Bischof

domenica 15 novembre 2015

sabato 14 novembre 2015

Peace ....

Fin dai primi attacchi su FB sono apparse le notizie di ciò che stava accadendo a Parigi. Per buona parte della notte ho ascoltato la radio che ci aggiornava minuto dopo minuto della strage che stava accadendo. Si pensa alle persone che si trovavano lì, si pensa ai morti, ai dispersi, al dolore. Un senso di angoscia e paura sale, sopratutto per chi vive in luoghi che possono essere obiettivi degli attacchi in ogni momento. Si pensa a chi prende la metro e che si trova a vivere vicino a luoghi sensibili. Si pensa ai figli che la notte si incontrano riempendo le strade della città. Si pensa alla nostra impotenza, si pensa al fatto che siamo in guerra, ma una guerra imprevedibile. Durante le guerre nel passato esisteva un codice nei periodi di belligeranza: le guerre si dichiaravano. Tutti sapevano che da un momento all'altro le città potevano essere invase, ne avevano notizia. Ora no, la guerra è sempre e ovunque e in qualunque momento, è questo che crea angoscia. Una guerra che difficilmente riusciamo a capirne le vere motivazioni. Il petrolio? i venditori di armi? non è certo guerra di religione (anche se viene usata come motivo principale. Io ho sempre mal sopportato gli estremismi nella religione, di qualunque tipo di "credo" si possa parlare. Trovo che gli estremismi e i fondamentalismi siano di menti limitate, non pensanti, grette), forse sarà una guerra manovrata ad alti livelli e non mi riferisco a livelli prettamente mediorientali. L'Isis sta distruggendo la Siria, si appropria dei territori e distrugge ogni cosa .... cosa mai se ne faranno di un Paese che non ha più nulla? genti, menti, città, storia, cultura? E' solo questione di petrolio? ma poi che cosa se ne faranno mai dei soldi guadagnati dal petrolio se vivono in condizioni primordiali, in piena violenza giornaliera, stuprando le loro donne e distruggendo ogni cosa si trovino davanti? a che serve questo potere a loro in queste condizioni che non appartengono all'uomo?


Non c'è canzone che in questo momento può essere simbolo del credo di coloro che vorrebbero vivere in un mondo di pace .... Imagine. Pezzo suonato oggi da un pianista di strada di fronte al Teatro Bataclan, dove ha avuto luogo una delle stragi. Ho scelto di pubblicarne due versioni, quella originale di John Lennon e quella di Randy Crawford insieme a Crusaders. Con questa scelta il mio messaggio è ben preciso e chi crede veramente nella pace tra i popoli sono certa capirà il perché.

John Lennon 



The Crusaders feat Randy Crawford - Live at Montreux 2003 Imagine




Imagine there’s no heaven
it’s easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today

Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace

You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will be as one

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world

You may say I’m a dreamer
But I’m not the only one
I hope someday you’ll join us
And the world will live as one


venerdì 13 novembre 2015

La forza del cuore

La grandezza non risiede nell'essere forti, ma nel giusto uso che si fa della forza. E' il più grande colui la cui forza trascina il maggior numero di cuori...grazie al richiamo del proprio.
(R.J. Palacio - Wonder)

Ph Robert Doisneau

giovedì 12 novembre 2015

Era così bello parlare insieme, seduti di fronte...

'[...] Era così bello parlare insieme, seduti di fronte: così bello confondere i volti (fumare, scambiandoci le sigarette), e tutto quel raccontare di noi (quell’inventare facile, nel dire agli altri), fino a poter confessare quanto, anche messi alle strette, mai avremmo osato un istante (per sbaglio) confidare.''
(tratto da Congedo del viaggiatore cerimonioso - Giorgio Caproni)


Ph Bruce Davidson 

mercoledì 11 novembre 2015

Ribellarsi

«Per ribellarsi occorrono sogni che bruciano anche da svegli, occorre il dolore dell’ingiustizia, la febbre che toglie all’uomo la malattia della paura, dell’avidità, del servilismo. Per ribellarsi bisogna saper guardare oltre i muri, oltre il mare, oltre le misure del mondo. La miseria dell’uomo incendia la terra ovunque, ma è un fuoco sterile, che cancella e impoverisce. È un fuoco che odia ciò che lo genera, è cenere senza storia. Saper bruciare solo ciò da cui poi nascerà erba nuova, ecco la vera ribellione».
Stefano Benni


Ph Dennis Stock 

Il gruppo

L’altro giorno mi sono ritrovata a vedere un film sulla generazione dei diciottenni. Il film è ben diretto, considerato che Fausto Brizzi ha una buona capacità di descrivere i giovani e il loro mondo. Sicuramente la storia è abbastanza poco plausibile da alcuni punti di vista rendendo, a volte, il film poco credibile. La storia è incentrata su un gruppo di amici, e da lì mi son venuti in mente una serie di considerazioni. 

Ph Axel Lauerer (Gettyimages)


Io ho sempre vissuto fuori contesto, nel senso che ho vissuto in un paese che non era il mio, ero quella che veniva dalla città, la “forestiera” e tale venivo considerata. Ci ho messo tempo a farmi accettare dal “gruppo”, ma con perseveranza, pazienza e non poca sofferenza ce l’ho fatta, diventando, in fondo, un punto di riferimento. Perché ho parlato di “sofferenza”? perché ero considerata diversa, si parlava spesso delle diversità di ceto, di cultura, di modi di essere, di trattamento. A scuola venivo messa da parte, ma piano, piano sono riuscita ad inserirmi. In questo caso il gruppo può essere crudele nell’allontanare ciò che ritiene diverso, fino a che non ha modo di conoscerlo veramente e allora, piano piano si viene accettati, ma mai completamente, sempre con una punta di sospetto.

Poi tornai nella mia città di origine, e mi son ritrovata ad essere ancora più “forestiera”. Il gruppo non mi accettava, venivo considerata “paesana” e in effetti io non ero al passo con le loro mode, ero fuori moda e fuori contesto. Devo dire che il gruppo “cittadino” è molto più crudele, sanno fare male. Ricordo che un anno passai le vacanze con mia cugina in un luogo di vacanza frequentato da quelli di “città”. Le ragazze mi guardavano con sospetto, e perché? Perché non portavo i pantaloni stretti come li portavano loro, non portavo il Levi’s, non avevo le Superga ai piedi. Insomma mi trattarono molto male. Ma io ero fiera di essere diversa da loro e dalle loro stupide mode che le rendevano tutte uguali, e questa diversità l’ho sempre portata avanti con fierezza. Un tipo, che non “batteva chiodo” con nessuna, ci provò con me, quando gli dissi che non avevo nessuna intenzione di stare con lui, mi trattò malissimo davanti a tutti e fece in modo di allontanarmi ulteriormente dal “gruppo”.
Insomma non mi ritrovavo con quel modo di essere, tanto da frequentare durante l’Università soprattutto i fuori sede. Insomma, alla fine ero sempre fuori da ogni contesto. Ma ho sempre portato avanti con fierezza questo mio modo di essere (con molta sofferenza naturalmente) fuori da ogni regola e moda. Perché in fondo mi arricchiva, non mi omologava, mi rendeva, se non unica, ma almeno particolare. Quindi in questo modo ho avuto poche amicizie, solo conoscenze, però mi rimase il mito del gruppo affiatato di amici, che avrebbero fatto di tutto per te, che ti avrebbero ascoltato, protetto, supportato, che ci sarebbero stati in ogni momento. Per questo quando vedo questi film, anche se poco plausibili, mi piace sognarci su. Ma in finale, quanti sono gli amici sui quali veramente contare? sui quali appoggiare la testa su una spalla senza che si allontanino per paura? quegli amici che senza chiederti come stai già sanno? e quelli che ti chiedono come stai, ma veramente, e non solo per convenzione? E quelli a cui piace ridere e gioire e scherzare con te? E quante sono le persone che ci sono, ma ci sono veramente e non quando gli fa più comodo? Pochi, quasi nessuno, io vedo solo amicizie per interesse. Ma io continuo a sognare e continuo a dire: searching for heart and soul people ….

martedì 10 novembre 2015

Le cose da fare ....

Di tutto restano tre cose:
la certezza che stiamo sempre iniziando,
la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione, un nuovo cammino,
della caduta, un passo di danza,
della paura, una scala,
del sogno, un ponte,
del bisogno, un incontro.

Fernando Sabino (Di tutto restano tre cose - O encontro marcado)

Foto Web - Auditorium della musica di Roma 

lunedì 9 novembre 2015

... cosa c'è negli spazi fra le vignette?

[...] sa cosa c'è negli spazi fra le vignette?
I: (leggermente offeso) No, me lo dica lei.
W: c'è tutta la vita che non è mai stata raccontata. Ci sono le vicende che non diventano storie - per scelta o più spesso per caso - e si perdono nei gorghi del tempo che passa. Ci sono le occasioni non colte, le cose che non vogliamo ricordare o non vogliamo sapere di noi stessi e degli altri. Gli spazi fra le vignette sono il sottosuolo della nostra coscienza.
[...] Sta per andarsene, fa due passi, poi si ferma e pronuncia l'ultima frase parlando lentamente.

W: E ricordati il tempo fra le vignette, è lì che succedono le cose importanti.
(Gianrico Carofiglio - Non esiste saggezza)

Corto Maltese 

venerdì 6 novembre 2015

La casa nostro rifugio 2

Sull'onda del precedente articolo sulla casa mi son venuti in mente e sono riaffiorati molti ricordi. 
Un segreto (che poi non è un segreto vero è proprio, forse "segrete sensazioni"), che tenevo per me, mi è tornato alla mente. Sensazioni che ho condiviso forse solo con una persona (anche se mi rendo conto che difficilmente si riescono a condividere queste sensazioni, frutto di immagini, del proprio vissuto e del proprio essere, quindi posso capire che possano essere di difficile comprensione).
La casa dove abitavo, come ho già scritto, si trovava quasi in campagna, era situata abbastanza in alto ed aveva una vista a dir poco emozionante. Nelle notti d'estate, quando l'aria era tersa (soprattutto nei giorni di vento) si riusciva a vedere una volta celeste piena piena di stelle, che illuminava tutto il Tavoliere fino agli Appennini in fondo e sulla sinistra fino al mare e nelle giornate particolarmente "pulite" si arrivava a scorgere le luci sulla costa verso sud. La pianura era illuminata dalle luci delle città e dei paesi, e in estate, alla fine di agosto si vedevano i roghi degli sterpi dei campi di grano ormai mietuti. Seduta sulla finestra, mentre il mondo dormiva, passavo nottate intere a mirare e rimirare quella vista al suono del canto delle cicale. Difficilmente riesco a definire a parole le sensazioni che una vista del genere potesse generare, ma una cosa è certa provavo un forte senso di pace e straniamento dal mondo. Molte volte, nelle scorribande notturne con gli amici, si prendevano le macchine e si saliva su per la montagna, da lì la vista era ancora più ampia, ci fermavamo in silenzio a guardare verso l'infinito. Ecco! mi fermo, non è possibile andare oltre a parole...

Vincent Van Gogh, sapeva ben descrivere queste sensazioni con la sua arte. Ho visto dal vivo questa opera al Museo d'Orsay a Parigi e si rimane incantati a guardare questa notte stellata, come rimanevo incantata allora a guardar le stelle in quelle notti.

Vincent van Gogh - Notte stellata sul Rodano

giovedì 5 novembre 2015

Paolo e Francesca

Ho già scritto della mia stanza di quando ero ragazza. Era il mio rifugio ed era a mia immagine e somiglianza. Davanti alla porta attaccai due stralci dell'Inferno di Dante, il famoso "Per me si va nella città dolente ...." del canto III dell'Inferno, come "benvenuto" ossia, "non entrate" e, naturalmente, "Paolo e Francesca" del canto V. Dico "naturalmente", portando io lo stesso nome della sventurata protagonista.
I due amanti son inseriti da Dante all'Inferno nel girone dei "lussuriosi", cioè morti in modo violento, per mano del marito di lei, a causa dell'amore nato sulla lettura del "Lancillotto e Ginevra". L'ho definita sventurata, ma come dice Dante ... quanto disio menò costoro al doloroso passo....

Auguste Rodin - Paolo e Francesca 

Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.

Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.

Quand'io intesi quell'anime offense,
china' il viso, e tanto il tenni basso,
fin che 'l poeta mi disse: «Che pense?».

Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».