mercoledì 31 agosto 2016

I sentimenti ....

"Gli uomini attribuiscono troppo peso alle emozioni, confondendole con i sentimenti. Le emozioni servono a ricordarti in ogni momento il colore dei tuoi pensieri. Ma hanno una natura violenta e breve. Per questo ti lasciano sempre insoddisfatto, alimentando rimpianti e nostalgie. Invece i sentimenti sono un mare profondo e stabile, che evapora solo quando diventa stagnante."

(Massimo Gramellini. L'ultima riga delle favole)


Ph Franco Fontana

martedì 30 agosto 2016

Ayrilik

"Ma dimmi" chiese lui col cuore a mille
"che nome hanno nella lingua tua
queste canzoni?" e lei rispose "Ayrilik
che vuol dire 'dolcissima mancanza'".
"Ma la malinconia non serve a niente"
lui protestò guardandola negli occhi.
"Come ti sbagli straniero" gli disse
la donna con dolcezza un po' materna
"quel sentimento è un puro distillato
che accende il desiderio più sublime."
"Desiderio di cosa?" chiese Max
sapendo la risposta già in anticipo
"La lontananza accende fatalmente"
lei replicò abbassando lo sguardo
"la voglia di sevdah che in lingua turca
vuol dire struggimento di passione"

Paolo Rumiz. La cotogna di Istanbul

Vadim Stein

lunedì 29 agosto 2016

Se saprai starmi vicino ...

Se saprai starmi vicino, e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi 
senza che le nostre ombre si sovrappongano, 
se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo 
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere. 

Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo 
e non il ricordo di come eravamo, 
se sapremo darci l’un l’altro 
senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo, 
se il tuo corpo canterà con il mio perché insieme è gioia. 

Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.
(Pablo Neruda)

Auguste Rodin 

domenica 28 agosto 2016

.. il nostro bisogno di confortarci

Chi lo sa quanto i nostri ricordi dipendono dal ricordo e quanto invece dalla fantasia e dal nostro bisogno di confortarci. Con le bugie, con le illusioni, con le storie.
(Gianrico Carofiglio. Né qui né altrove)

Ph Lillian Bassman 

giovedì 25 agosto 2016

... quel loro cercarsi

Era un bolero quel loro cercarsi
un ritmo di allusioni e rimandi
e tutti li vedevano danzare
giocare con gli sguardi e con le mani
sempre assetati di musica nuova....
(Paolo Rumiz. La cotogna di Istanbul)


Foto Web 


mercoledì 24 agosto 2016

Va a prendere le tue cose...

Va a prendere le tue cose...
I sogni richiedono fatica.
Anche se avesse dovuto significare partenza, solitudine, tristezza,
l'amore valeva comunque ogni centesimo del suo prezzo.
(Paulo Coelho. Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto)


Ph Rodney Smith 

martedì 23 agosto 2016

Dimmi i tuoi desideri ....

"Un colore?"
"Sì, è una regola del gioco. Per potersi realizzare i desideri devono essere colorati."
Per potersi realizzare i desideri devono essere colorati. Giusto. Finalmente capivo cosa c'era di sbagliato, con i desideri che avevo espresso fino a quel momento, nella mia vita. C'era questa regola e nessun me l'aveva detta.

"Dimmi i tuoi desideri"
Di solito non sono capace di rispondere alle domande su desideri. Non sono capace e non ne ho voglia. Che poi è praticamente le stessa cosa.
Confessare, anche a se stessi, i propri desideri - quelli veri - è pericoloso. Se sono realizzabili, e spesso lo sono, dichiararli ti mette di fronte alla paura di provarci. E dunque alla tua vigliaccheria. Allora preferisci non pensarci, o pensare che hai desideri impossibili, e che è da adulti non pensare alle cose impossibili.
(Gianrico Carofiglio - Ragionevoli dubbi)


Ph Danil Sigidin

lunedì 22 agosto 2016

La cosa più bella dell'amicizia ....

La cosa più bella dell'amicizia è non doversi intrattenere per forza.
Con un vero amico puoi stare zitto senza che nessuno dei due si offenda o si preoccupi di ravvivare la serata con una conversazione scoppiettante.
...Rimanere in silenzio insieme senza essere colti dall'ansia del vuoto, è una magia che può riuscire solo a una coppia collaudata o a un'amicizia vera. Sono queste autentiche prove di affetto, frutto di anni di complicità, che ti riempiono il cuore di allegresa.
(Serena Dandini - Grazie per quella volta)



Ph Gregory Moon 

... è l'amore la strada

Eh sì, è l’amore, la svolta, è l’amore, la strada, è l’amore la sola cosa di cui abbiamo bisogno, proprio come nella famosa canzone. Quello paterno poi, verso una figlia, lo è ancora di più.
(La scuola cattolica - Edoardo Albinati)

Ph Adde Adesokan

domenica 21 agosto 2016

Gli altri ....

Non capiamo gli altri. Forse non abbiamo la pazienza necessaria a farlo. Li giudichiamo frettolosamente, goffamente, ci resta ancora tanto da sapere, così tanto da soffrire e da godere, mentre siamo qui gettati, nel numero, nel tempo, nelle dimensioni, nelle ristrettezze di una mente sola.
(La scuola cattolica - Edoardo Albinati)

Ph Joe Saade 

venerdì 19 agosto 2016

Scegliere

"Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo.
Sani di mente o pazzi, stinchi di santo o sesso-dipendenti, eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi.
A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro.
Oppure possiamo scegliere da noi.
E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito."
(Soffocare - Chuck Palahniuk)

Ph Benoit Courti 

giovedì 18 agosto 2016

La vita che volevo


Non capisco chi afferma che rifarebbe tutto uguale, compreso gli errori. D'accordo, gli errori spesso sono preziosi, servono a temprare il carattere e a insegnarci a non ripeterli, ma alcuni, scusate il termine, non servono a un cazzo. Anzi, può essere pure che li devi scontare per tutta la vita. E chissenefrega se ognuno di noi è quello che è anche a causa degli sbagli che ha fatto, almeno in qualche caso avrei preferito evitarli ed essere un po' diverso, magari sarei migliore.
Ma questo è il punto, invece, il destino, ovvero: tutte le scelte che abbiamo fatto sono state davvero tali o le dovevamo fare perché così da qualche parte era scritto? E se anche ne avessimo fatte altre, in un modo o nell'altro, nella sostanza, il risultato sarebbe stato più o meno identico?
(Lorenzo Licalzi - La vita che volevo)

Ph Gordon Parks 

mercoledì 17 agosto 2016

Pensare e sentire ...

[...] esiste un flusso continuo di sentimenti che scorre parallelo a quello dei pensieri. E' come se avessimo due menti: una che pensa e una che sente. In alcuni casi è giusto essere guidati dalle emozioni. In altri è meglio fermarsi a riflettere bene sul da farsi. La cosa importante è che le nostre due menti agiscono sempre in sintonia, perché nel momento in cui una prende il sopravvento sull'altra nascono problemi.
(Immortal - E. J. Allibis)

Foto Web - Auditorium Parco della Musica

martedì 16 agosto 2016

La parola che mancava ...

....ripensi a quella frase: Avete trovato la parola che mi mancava. Dovrebbe essere proprio questo, il lavoro dello scrittore : trovare le parole che mancano agli altri.
(Il bordo vertiginoso delle cose - Gianrico Carofiglio)


lunedì 15 agosto 2016

Come volevi essere invece?

"Come volevi essere invece?"
"Non-normale e non-ordinario, non-ragionevole, non-realista. NON. Questa era la cosa fondamentale. Avrei fatto qualunque cosa, pur di affermare quel NON e rinforzarlo" 
(Pura vita. Andrea De Carlo)

Ph Rodney Smith 

domenica 14 agosto 2016

... semplicemente le cose capitano

[...] Capite bene che allora è inutile pensare che sia tutto scritto o che comunque la nostra vita si indirizzata da una qualche forma di destino. Il caso è parte integrante del sistema, dunque è parte integrante della nostra vita. Uno nasce e gli succedono delle cose, ma non era destino che nascesse né che gli succedessero quelle cose, semplicemente le cose capitano e, nel mucchio infinito delle cose che capitano a tutte le persone del mondo, ce n'è un mucchio un po' più piccolo che sembra ancor più guidato da un destino predefinito, ma è solo statistica o interpretazione personale, null'altro. Posta l'esistenza di Dio (o comunque di una ragione spirituale delle cose), risulta evidente che - pur essendo assolutamente casuale la nascita - una volta nato, la vita di ogni individuo acquista un senso che rientra in una logica superiore.
(La vita che volevo - Lorenzo Licalzi)

Waiting for the train at Union Station, c.1960, Chicago.

venerdì 12 agosto 2016

B. e la Cinquecento grigia

Io e B. ci conoscevamo (anzi conosciamo, ma ormai siamo lontani) sin da piccoli. Lui faceva parte di una famiglia numerosa, più della mia che anche a numero di componenti non scherzava. Era più grande di me di qualche anno ed ero un po' la mascotte della loro famiglia. Per molto tempo abbiamo abitato nello stesso palazzo (i nostri terrazzi confinavano), ma, come ho già detto in altri articoli di questo blog, passavamo buona parte del nostro tempo nei giochi di bambini sotto i portici, dove tirava sempre un gran vento. Naturalmente abitando nello stesso paese abbiamo condiviso lo stesso liceo, numerose attività e anche avventure (compreso il viaggio interminabile un estate verso Vieste, di cui ho già parlato). B. anche se apparentemente, con il suo modo di essere un po' trasandato non sembrava, aveva una cultura immensa. Una bella cultura musicale (grazie a lui ho conosciuto i Fletwood Mac e David Sylvian), abbiamo lavorato pure insieme nella stessa radio; una grande cultura storica e geografica (si ricordava di tutti gli avvenimenti, le date, i nomi, era invidiabile), per non citare lo sport sopratutto il tennis (era un grande tifoso di McEnroe, sapeva tutto di lui, quando c'erano gli Internazionali ci riunivamo spesso a vederli). Ci ritrovammo insieme ad altri amici a Roma quando ritornai in quella che era la mia città. Casa mia, come al solito, era il fulcro e il punto di incontro, stavamo sempre lì, naturalmente spesso si autoinvitavano a pranzo e a cena e passavamo le notti intere fino alle 3 le 4 di notte a giocare a Risiko e a Trivial Pursuit (con mia sorella più grande sempre arrabiata che bussava contro il muro, che era confinante con la sua stanza, per cacciarli). B. vinceva sempre, era uno stratega a Risiko (una discreta fortuna ai dadi)  e rispondeva a tutte le domande di Trivial, inutile dire che tutti lo volevano sempre in squadra (devo dire che anche io me la cavavo, sopratutto nelle domande di musica e spettacolo). 

Foto web

Quante volte in queste serate ci è toccato accompagnare, entro mezzanotte, un nostro amico che faceva il militare a Pratica di Mare con la mitica cinquecento grigia (chi è di Roma lo sa che Pratica di Mare non è proprio vicino a Roma soprattutto per una cinquecento!), una volta mi chiese di accompagnarlo fino a Viterbo .... in quel caso non mi sono azzardata (neanche B. che mi seguiva sempre fu d'accordo). Invece B. non mi ha mia chiesto niente, alle tre di notte usciva da casa mia e non oso immaginare come arrivasse a casa sua, che non era poi così vicina (secondo me a piedi, era un gran camminatore).
B. conosceva tutti gli avvenimenti culturali romani. Ogni tanto mi chiamava e diceva: ho trovato dei biglietti per questo o quel concerto. Un giorno ci ritrovammo un pomeriggio di primavera al Palatenda a strisce (mi sembra che si chiamasse così) che allora si trovava dove ora hanno costruito l'Auditorium, a vedere i Fine Young Cannibals, che allora non conosceva nessuno, infatti sì e no eravamo in dieci in quell'enorme spazio. Insomma né io né gli altri amici ci tiravamo mai indietro alle sue proposte avventurose, andavamo sempre in giro, fino ad Ostia (dove abitavano altri nostri amici), sempre schiacciati nella mitica cinquecento grigia. 
La Cinquecento grigia l'abbiamo dovuta dar via (se avessimo avuto un posto a Roma dove tenerla forse oggi l'avremmo ancora) e fu sostituita da una vecchia panda, che in realtà era di mia sorella. E' stato un gran dispiacere, perché ne abbiamo combinate di tutte i colori su quella cinquecento, compreso i viaggi verso il mare con mia madre, tutti e cinque schiacciati come sardine, che solo a pensarci mi viene un attacco di claustrofobia ....

giovedì 11 agosto 2016

....non c’è scampo

Ci sono due specie di amore. Il primo si costruisce giorno per giorno. È buono, duraturo, una scelta condivisa da entrambi. Ma c’è un altro amore che nessuno sceglie e nessuno vuole. È benedetto e maledetto. Decide lui quando investirti con tutta la sua forza e quando andarsene. Da quello non c’è scampo.
(da “Tango alla fine del mondo” di Diego Cugia).


Ph Yves Trémorin 
Les Amants magnifiques 

mercoledì 10 agosto 2016

Pura vita ... il filo imperfetto

"Il filo di tutto quello che le tiene collegate anche quando sono lontane. Anche quando non si vedono e non si parlano"
"Perché dici filo?"
"Perché è una cosa molto sottile e molto resistente no? Che puoi anche non vedere, ed è estensibile quasi senza limiti attraverso la distanza e il tempo e l'affollamento delle altre persone che occupano lo spazio e lo attraversano in ogni direzione"
(Pura vita - Andrea De Carlo)



M.C. Escher

martedì 9 agosto 2016

Il resto rimane ....

... ma che davvero credevi di dimenticare? Mica se ne va così a scapicollo la vita, passano solo le insignificanze, tutto il resto rimane....
(Tutta la vita - Romana Petri)

Ph Fernand Fonssagrives

lunedì 8 agosto 2016

Immagina ....

..... basta saper immaginare un’isola, perché quest’isola incominci realmente ad esistere....
(Silvano Agosti - Lettere dalla Kirghisia)

Ph Franco Fontana 

domenica 7 agosto 2016

Inviti superflui

Ci terremo semplicemente per mano e andremo con passo leggero, dicendo cose insensate, stupide e care. Fino a che si accenderanno i lampioni e dai casamenti squallidi usciranno le storie sinistre delle città, le avventure, i vagheggiati romanzi. E allora noi taceremo, sempre tenendoci per mano, poiché le anime si parleranno senza parola. Ma tu - adesso mi ricordo - mai mi dicesti cose insensate, stupide e care.
Inviti superflui - Dino Buzzati

Ph Robert Doisneau 

sabato 6 agosto 2016

Gioie e dolori ....

Non lascio che neanche un singolo fantasma del ricordo svanisca con le nuvole, ed è la mia perenne consapevolezza del passato che causa a volte il mio dolore. Ma se dovessi scegliere tra gioia e dolore, non scambierei i dolori del mio cuore con le gioie del mondo intero.
(Kahlil Gibran)
Ph Ilaria Trapani

venerdì 5 agosto 2016

Si sbaglia ....

"Si sbaglia sempre. Si sbaglia per rabbia, per amore, per gelosia. Si sbaglia per imparare. Imparare a non ripetere mai certi sbagli. Si sbaglia per poter chiedere scusa, per poter ammettere di aver sbagliato. Si sbaglia per crescere e per maturare. Si sbaglia perché non si è perfetti"
Bob Marley

Ph Yale Joel 

giovedì 4 agosto 2016

... i tuoi sentimenti più autentici

Quante emozioni, quanta energia dedicavi a quella persona! Non erano parole scritte di fretta su una tastiera con correzione automatica, inviate d'impulso pensando "o la va o la spacca e se non risponde chissenefrega". Ci mettevi la tua voce, la tua faccia, i tuoi sentimenti più autentici. Le telefonavi a casa, facendo prima un lungo respiro per prendere coraggio. L'aspettavi per strada guardandoti intorno ansiosamente, scommettendo con te stesso da quale direzione sarebbe sbucata. E quando infine vi incontravate, eravate voi due e nessun altro, occhi negli occhi. Vi parlavate e potevate toccarvi, odorarvi, conoscervi per ciò che eravate realmente. La tecnologia non aveva ancora tentato di rendere asettici i nostri sentimenti, "a portata di clic". Se aspettavi una chiamata importante, non potevi fare altro che stare accanto al telefono, in attesa che suonasse. 
Sei la mia vita - Ferzan Ozpetek 

Ph Robert Doisneau 

mercoledì 3 agosto 2016

[...] allora penso all'amore.

[...] allora penso all'amore. Perché è l'amore che ci salva, l'amore che cambia tutto, l'amore che rende possibile l'impossibile, bello il brutto, accettabile l'inaccettabile. Anche se ti toglie il sonno, ti accorcia il respiro, ti invade ogni pensiero, senza darti requie. Anche se ti ferisce lasciandoti un segno indelebile. Anche se ti consuma in una passione non corrisposta, che non riesci, non vuoi combattere, ma alla quale ti abbandoni con tutto te stesso, assaporandone ogni lacrime. Sì, persino soffrire è meglio che sopportare una gelida esistenza. Perché quando ami, vivi, e ne vale sempre la pena. [...] Perché l'amore non ubbidisce ad alcuna logica umana. 
Sei la mia vita - Ferzan Ozpetek 


Ph Vadim Stein 

martedì 2 agosto 2016

La foresta ... come la vita

Guardo radure illuminate dal sole succedersi alle grandi macchie verde scuro della vegetazione fitta, lecceti e querceti secolari, adagiati sulle colline intorno a noi, e non posso fare a meno di pensare che anche la vita è così. Un succedersi di momenti felici che irradiano calore, incontri fortunati, eventi dagli sviluppi comici irresistibili. Che, poi, quando meno te l'aspetti, vengono interrotti da cupe zone d'ombra. La luce scompare e tu ti ritrovi a vagare senza sapere più chi sei, da dove vieni e dove stai andando: ogni ostacolo ti sembra insormontabile, qualsiasi strada imbocchi porta con sé l'incognita di finire in un vicolo cieco. [...]  quel tuo meraviglioso sorriso che evoca in me il ricordo dei nostri anni spensierati, mi costringe a crederci ancora, a non arrendermi, nonostante tutto. A essere ancora certo che, anche attraverso la foresta più intricata, possono penetrare i raggi del sole.
Ferzan Ozpetek - Sei la mia vita 


Ph Ilaria Trapani 

lunedì 1 agosto 2016

Ricordi d'estate ...

Durante l'estate vengono alla memoria tutti i ricordi legati alle proprie estati. Durante l'estate succedono sempre cose che rimangono impresse per sempre. Sto leggendo un libro di Ozpetek e c'è un tratto in cui racconta di trovarsi in macchina attraversando un paesaggio simile a quello in cui ci ritrovammo allora, e subito ho pensato alla nostra avventura. 

Ph Fabio Volpe 

Un giorno d'estate di circa trent'anni fa o più, un mio amico mi disse: vieni con noi? serve un posto in macchina per Alessandro per poter accompagnare al mare i miei cugini al campeggio a Vieste, andiamo un po' in spiaggia e poi torniamo a casa. Andiamo con Giuseppe, Isa e Alessandro lo lasciamo lì. 
"Mamma, io vado al mare". "Con chi vai e dove?" "Con il figlio del farmacista, qui vicino, a Mattinata". Grande balla! 
Come al solito, quando parte una carovana di macchina si fa sempre tardi. Chi arriva tardi, chi ha dimenticato qualcosa, chi il padre gli ha lasciato la macchina tardi, insomma dovevamo partire alle due, alla fine siamo riusciti ad andar via alle tre e mezza. A quei tempi per arrivare a Vieste ci volevano almeno due ore, una strada sulla costa del Gargano piena di curve. Avevo capito che al mare non ci saremmo mai andati. Arriviamo al campeggio, i soliti problemi, scarichiamo i bagagli, la tenda, i problemi burocratici per la registrazione, insomma si erano le fatte le 7. Era da Pugno Chiuso che il mio amico diceva: "Ragà, dobbiamo fare benzina, ne ho poca".
 "Appena lasciamo i ragazzi andiamo al benzinaio e la facciamo". 
Pronti a ripartire per tornare indietro. Benzinai aperti neanche l'ombra. Al mio amico viene la brillante idea di dire "Ma se tagliamo dalla Foresta Umbra? dovrebbe essere meno strada". Proviamo. Insomma, era diventato buio, in mezzo alla Foresta Umbra (chi la conosce sa bene che è un po' tetro, insomma incute paura). Abbiamo attraversato quel bosco buio, in cui si raccontava si nascondessero i briganti, quasi a passo d'uomo, spegnendo la macchina in discesa per evitare di utilizzare benzina. Di qui le discussioni: "no, non spegnere, sprechi più benzina per riaccendere", "No devi spegnere, ci serve così quel poco di benzina che rimane". Insomma, se il viaggio di andata era stato pieno di canti e risate, durante il ritorno nessuno parlava per l'ansia di doversi trovare in mezzo alla foresta a piedi su una strada dove non passava nessuno e dove avremmo potuto fare brutti incontri. Ricordo ancora la tensione e l'ansia ce si tagliava con il coltello. Oltretutto si aggiungeva l'ansia di quel che avremmo dovuto raccontare al nostro ritorno alle nostre famiglie. Allora non c'erano i cellulari. Se sparivi, sparivi davvero. Riusciamo ad arrivare al nostro paese, non so come, e non so perché (forse il Santo ha messo una mano sulle nostre teste), intorno alle dieci di sera. I miei erano furibondi, come mi aspettavo. Durante tutto il percorso sono stata a pensare alla bugia più plausibile, che condivisi con Isa, io l'avrei detta ai miei e lei ai suoi. Entro in casa con la testa bassa. Sfuriata dei miei e io: "Siamo rimasti a cena a Mattinata dai genitori di Isa". "Ma non potevi chiamare?" "Dove hanno la casa non c'erano cabine telefoniche". "E dove abitano?" Ecco, pensai, e ora che dico? dov'è 'sta casa?, "Ma sai quella strada che sale e lì da quelle parti". Quale strada fosse non l'avevano capito, come non avevo io stessa la minima idea di quale strada stessi parlando. 
Finale dei finali, io ero a digiuno, loro mi avevano lasciato apparecchiato con la cena. Ma non potevo di certo mangiare, io avrei dovuto cenare a casa dei genitori di Isa! Con la scusa di sparecchiare, rubai di nascosto dei biscotti per placare la fame, e mi chiusi in stanza. Naturalmente non mi lasciarono uscire, anzi non osai neanche accennare il fatto che sarei voluta uscire. Penso che sia stata l'unica volta in cui in estate, ad agosto, non sia uscita la sera ...... 
Ora ricordando quella sera mi viene quasi da sorridere, ma in realtà eravamo quasi terrorizzati dall'ambiente lugubre della foresta che ci circondava .....