Durante l'estate vengono alla memoria tutti i ricordi legati alle proprie estati. Durante l'estate succedono sempre cose che rimangono impresse per sempre. Sto leggendo un libro di Ozpetek e c'è un tratto in cui racconta di trovarsi in macchina attraversando un paesaggio simile a quello in cui ci ritrovammo allora, e subito ho pensato alla nostra avventura.
Ph Fabio Volpe
Un giorno d'estate di circa trent'anni fa o più, un mio amico mi disse: vieni con noi? serve un posto in macchina per Alessandro per poter accompagnare al mare i miei cugini al campeggio a Vieste, andiamo un po' in spiaggia e poi torniamo a casa. Andiamo con Giuseppe, Isa e Alessandro lo lasciamo lì.
"Mamma, io vado al mare". "Con chi vai e dove?" "Con il figlio del farmacista, qui vicino, a Mattinata". Grande balla!
Come al solito, quando parte una carovana di macchina si fa sempre tardi. Chi arriva tardi, chi ha dimenticato qualcosa, chi il padre gli ha lasciato la macchina tardi, insomma dovevamo partire alle due, alla fine siamo riusciti ad andar via alle tre e mezza. A quei tempi per arrivare a Vieste ci volevano almeno due ore, una strada sulla costa del Gargano piena di curve. Avevo capito che al mare non ci saremmo mai andati. Arriviamo al campeggio, i soliti problemi, scarichiamo i bagagli, la tenda, i problemi burocratici per la registrazione, insomma si erano le fatte le 7. Era da Pugno Chiuso che il mio amico diceva: "Ragà, dobbiamo fare benzina, ne ho poca".
"Appena lasciamo i ragazzi andiamo al benzinaio e la facciamo".
Pronti a ripartire per tornare indietro. Benzinai aperti neanche l'ombra. Al mio amico viene la brillante idea di dire "Ma se tagliamo dalla Foresta Umbra? dovrebbe essere meno strada". Proviamo. Insomma, era diventato buio, in mezzo alla Foresta Umbra (chi la conosce sa bene che è un po' tetro, insomma incute paura). Abbiamo attraversato quel bosco buio, in cui si raccontava si nascondessero i briganti, quasi a passo d'uomo, spegnendo la macchina in discesa per evitare di utilizzare benzina. Di qui le discussioni: "no, non spegnere, sprechi più benzina per riaccendere", "No devi spegnere, ci serve così quel poco di benzina che rimane". Insomma, se il viaggio di andata era stato pieno di canti e risate, durante il ritorno nessuno parlava per l'ansia di doversi trovare in mezzo alla foresta a piedi su una strada dove non passava nessuno e dove avremmo potuto fare brutti incontri. Ricordo ancora la tensione e l'ansia ce si tagliava con il coltello. Oltretutto si aggiungeva l'ansia di quel che avremmo dovuto raccontare al nostro ritorno alle nostre famiglie. Allora non c'erano i cellulari. Se sparivi, sparivi davvero. Riusciamo ad arrivare al nostro paese, non so come, e non so perché (forse il Santo ha messo una mano sulle nostre teste), intorno alle dieci di sera. I miei erano furibondi, come mi aspettavo. Durante tutto il percorso sono stata a pensare alla bugia più plausibile, che condivisi con Isa, io l'avrei detta ai miei e lei ai suoi. Entro in casa con la testa bassa. Sfuriata dei miei e io: "Siamo rimasti a cena a Mattinata dai genitori di Isa". "Ma non potevi chiamare?" "Dove hanno la casa non c'erano cabine telefoniche". "E dove abitano?" Ecco, pensai, e ora che dico? dov'è 'sta casa?, "Ma sai quella strada che sale e lì da quelle parti". Quale strada fosse non l'avevano capito, come non avevo io stessa la minima idea di quale strada stessi parlando.
Finale dei finali, io ero a digiuno, loro mi avevano lasciato apparecchiato con la cena. Ma non potevo di certo mangiare, io avrei dovuto cenare a casa dei genitori di Isa! Con la scusa di sparecchiare, rubai di nascosto dei biscotti per placare la fame, e mi chiusi in stanza. Naturalmente non mi lasciarono uscire, anzi non osai neanche accennare il fatto che sarei voluta uscire. Penso che sia stata l'unica volta in cui in estate, ad agosto, non sia uscita la sera ......
Ora ricordando quella sera mi viene quasi da sorridere, ma in realtà eravamo quasi terrorizzati dall'ambiente lugubre della foresta che ci circondava .....
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