[...] Capite bene che allora è inutile pensare che sia tutto scritto o che comunque la nostra vita si indirizzata da una qualche forma di destino. Il caso è parte integrante del sistema, dunque è parte integrante della nostra vita. Uno nasce e gli succedono delle cose, ma non era destino che nascesse né che gli succedessero quelle cose, semplicemente le cose capitano e, nel mucchio infinito delle cose che capitano a tutte le persone del mondo, ce n'è un mucchio un po' più piccolo che sembra ancor più guidato da un destino predefinito, ma è solo statistica o interpretazione personale, null'altro. Posta l'esistenza di Dio (o comunque di una ragione spirituale delle cose), risulta evidente che - pur essendo assolutamente casuale la nascita - una volta nato, la vita di ogni individuo acquista un senso che rientra in una logica superiore.
(La vita che volevo - Lorenzo Licalzi)
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E se per caso ci fosse l'impronta digitale di Dio?
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