venerdì 12 agosto 2016

B. e la Cinquecento grigia

Io e B. ci conoscevamo (anzi conosciamo, ma ormai siamo lontani) sin da piccoli. Lui faceva parte di una famiglia numerosa, più della mia che anche a numero di componenti non scherzava. Era più grande di me di qualche anno ed ero un po' la mascotte della loro famiglia. Per molto tempo abbiamo abitato nello stesso palazzo (i nostri terrazzi confinavano), ma, come ho già detto in altri articoli di questo blog, passavamo buona parte del nostro tempo nei giochi di bambini sotto i portici, dove tirava sempre un gran vento. Naturalmente abitando nello stesso paese abbiamo condiviso lo stesso liceo, numerose attività e anche avventure (compreso il viaggio interminabile un estate verso Vieste, di cui ho già parlato). B. anche se apparentemente, con il suo modo di essere un po' trasandato non sembrava, aveva una cultura immensa. Una bella cultura musicale (grazie a lui ho conosciuto i Fletwood Mac e David Sylvian), abbiamo lavorato pure insieme nella stessa radio; una grande cultura storica e geografica (si ricordava di tutti gli avvenimenti, le date, i nomi, era invidiabile), per non citare lo sport sopratutto il tennis (era un grande tifoso di McEnroe, sapeva tutto di lui, quando c'erano gli Internazionali ci riunivamo spesso a vederli). Ci ritrovammo insieme ad altri amici a Roma quando ritornai in quella che era la mia città. Casa mia, come al solito, era il fulcro e il punto di incontro, stavamo sempre lì, naturalmente spesso si autoinvitavano a pranzo e a cena e passavamo le notti intere fino alle 3 le 4 di notte a giocare a Risiko e a Trivial Pursuit (con mia sorella più grande sempre arrabiata che bussava contro il muro, che era confinante con la sua stanza, per cacciarli). B. vinceva sempre, era uno stratega a Risiko (una discreta fortuna ai dadi)  e rispondeva a tutte le domande di Trivial, inutile dire che tutti lo volevano sempre in squadra (devo dire che anche io me la cavavo, sopratutto nelle domande di musica e spettacolo). 

Foto web

Quante volte in queste serate ci è toccato accompagnare, entro mezzanotte, un nostro amico che faceva il militare a Pratica di Mare con la mitica cinquecento grigia (chi è di Roma lo sa che Pratica di Mare non è proprio vicino a Roma soprattutto per una cinquecento!), una volta mi chiese di accompagnarlo fino a Viterbo .... in quel caso non mi sono azzardata (neanche B. che mi seguiva sempre fu d'accordo). Invece B. non mi ha mia chiesto niente, alle tre di notte usciva da casa mia e non oso immaginare come arrivasse a casa sua, che non era poi così vicina (secondo me a piedi, era un gran camminatore).
B. conosceva tutti gli avvenimenti culturali romani. Ogni tanto mi chiamava e diceva: ho trovato dei biglietti per questo o quel concerto. Un giorno ci ritrovammo un pomeriggio di primavera al Palatenda a strisce (mi sembra che si chiamasse così) che allora si trovava dove ora hanno costruito l'Auditorium, a vedere i Fine Young Cannibals, che allora non conosceva nessuno, infatti sì e no eravamo in dieci in quell'enorme spazio. Insomma né io né gli altri amici ci tiravamo mai indietro alle sue proposte avventurose, andavamo sempre in giro, fino ad Ostia (dove abitavano altri nostri amici), sempre schiacciati nella mitica cinquecento grigia. 
La Cinquecento grigia l'abbiamo dovuta dar via (se avessimo avuto un posto a Roma dove tenerla forse oggi l'avremmo ancora) e fu sostituita da una vecchia panda, che in realtà era di mia sorella. E' stato un gran dispiacere, perché ne abbiamo combinate di tutte i colori su quella cinquecento, compreso i viaggi verso il mare con mia madre, tutti e cinque schiacciati come sardine, che solo a pensarci mi viene un attacco di claustrofobia ....

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