Storie di una vita ...


Le persone specialiUltimamente mi sono imbattuta in uno spot pubblicitario. 'Incontriamo circa 80000 persone nella nostra vita. Se non vi ricordate di me per favore sedetevi. Se non mi avete mai visto piangere, se alla fine ci siamo persi di vista, avete un momento ….”



Questo spot mi ha particolarmente colpito, tanto da farmi la domanda: quante persone “speciali” sono rimaste nella mia vita? E poi: quante persone veramente “speciali” sono passate nella mia vita? Ma esistono le persone veramente “speciali”?

Ho provato a pubblicare lo spot su FB facendo la domanda: e voi avete mai provato a contare le persone speciali che sono restate nella vostra vita? Questo post ha avuto pochissimi riscontri. Dopo questa prova ho imparato che pochissime persone sono interessate ad una domanda del genere, sono preoccupate solo a puntare il dito contro gli altri, ma non a chiedersi chi siamo veramente.

Io me lo sono chiesto, ho riflettuto e penso che sono passate nella mia vita alcune persone speciali, ma poche, veramente poche. Io intendo per persone speciali quelle che ti hanno lasciato un segno, quelle che ti hanno lasciato un sorriso, anche un solo sguardo, quelle con le quali appena ti incontri hai talmente tante cose da dirti da passare intere serate a parlare. Le persone speciali entrano dentro te e capiscono ogni tuo malumore nascosto dietro un sorriso, le persone speciali sono quelle che ti ascoltano e volano lontano dai pregiudizi, le persone speciali sono quelle che ti seguono sempre anche nei momenti di silenzio, le persone speciali non ti giudicano e sono sempre pronte ad accoglierti, le persone speciali sono quelle che hanno per te anche solo una parola, che possa essere “ci sono”, “mi dispiace”, “scusa”, “ti voglio bene”, “stai sbagliando, prova a cambiare prospettiva”. Se si leggono con attenzione queste poche parole che ho scritto, pensi subito che le persone speciali “non esistono”, forse no. Io penso che esistano, ma sono davvero poche, ma quando le trovi, devi fare di tutto per non perderle, anche se è difficile, perché l'impressione finale che ho avuto dopo il post su FB è che ormai a molti poco interessa avere dei punti fermi, ossia delle persone speciali che ci accompagnano nel corso della nostra vita. La nuova filosofia è 'ora e qui' .... Oggi ci sei, domani chissenefrega, dico la verità sono un po’ triste per questo …..

Io non mi ci ritrovo più in questo mondo, cerco di adeguarmi ma non mi ci ritrovo ...

Searchingforheartandsoulpeople


fc 

https://perilmondomondicchiando.blogspot.com/2018/10/le-persone-speciali.html
29 ottobre 2018
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Mandorle ....
L’importanza di una fotografia non sta esclusivamente nel fatto che sia bella, perfetta, luce giusta, profilo giusto, ma sta anche in ciò che rappresenta (soprattutto per noi mortali e semplici fotografi da cellulare).

Questa foto l’ho scattata qualche giorno fa in un luogo in cui ho vissuto per tanto tempo (anche se non sono originaria di quei posti) in cui sto tornando più spesso ultimamente per una serie di ragioni. Sono delle mandorle che ho “rubato” da alberi in una “campagna” (così si dice giù in Puglia), in zona “matine”, di una persona che conosco.
Qualcuno potrebbe obiettare “ e che cosa ci trovi di tanto straordinario in alcune mandorle rubate?” Ci trovo il mio passato e ci trovo le tradizioni di una terra contadina che, in parte, nonostante tutto mantiene le proprie tradizioni.

Quando ero bambina e ragazza per tornare a casa potevo tagliare attraverso un prato pieno di alberi di mandorli. Avevo il privilegio (e in pochi mi capiranno) di poter mangiare le mandorle ad ogni grado di maturazione. In primavera sono piccole, quindi si possono mangiare interamente compresa la buccia verde, sono aspre ma sono buone. Dopo un po’ la mandorla all’interno comincia a formarsi ed è, come dire, collosa. In questo periodo il grado di maturazione è quello che preferisco, si è formata la buccia dura e all’interno le mandorle sono formate ma fresche (quelle della foto). Poi in estate piena diventano come le mangiate normalmente.

Non so da quanti anni che non mangiavo le mandorle fresche, togliendo la buccia battendole con una pietra grossa, quelle pietre tipiche del Gargano, vi assicuro che sono buonissime e non posso negare di essere ritornata indietro ….

L’altra sera ho incontrato in una festa molte persone che non vedevo da tempo, persone che pensavo neanche si ricordassero più di me. Invece non era così, mi hanno accolto, abbracciato e riconosciuto tutti (mi hanno detto che non sono cambiata affatto da allora), e se non mi riconoscevano bastava che dicessi “sono Chicca” e si ricordavano subito. Sono tornata “Chicca” per due giorni (lì tutti mi chiamano così), e sono tornata ad essere un po’ quello che ero allora. Ho tempo fino alla fine di Agosto, poi, lasciando la casa, dovrò tagliare un ulteriore filo che mi lega a quei luoghi e al Gargano, ma non sarà mai completamente, dovrò tornare ma sono sicura che troverò un posto dove mi accoglieranno, ma perdere ogni filo significa perdere ogni volta un po’ di me.




Chicca .... 

https://perilmondomondicchiando.blogspot.com/2018/07/mandorle.html
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La Pasqua

La Pasqua nella mia famiglia di origine è stata sempre festeggiata in modo particolare .... Usanze pasquali di cultura ortodossa nel giorno della Pasqua cattolica .... Il pieno senso dell'unione di culture religiose che convivevano (forse non in piena osservanza delle rispettive religioni, ma sicuramente in pacifica convivenza) .... Fiera di aver avuto un'educazione multiculturale! Ha reso la mia vita un fiume nel quale corrono tante acque e mi ha reso più ricca, più consapevole della moltitudine sfumature che esistano nell'animo umano. Peace .....
FC


foto Web 
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Quando eravamo 2 

Questa foto mi era stata scattata un'estate di trent'anni fa, da un amico che amava scattarmi foto ...... beata gioventù, passano gli anni e si perde quella spontaneità ....
Partimmo dal paese in una splendida giornata di sole, utilizzando la macchina di un amico (l'autore di questa foto), era una di quelle macchine che andavano di moda allora, una specie di Jeep alla quale si poteva togliere il tettuccio, il cui colore era improbabile. "arancione", una di quelle macchine che noti da lontano un miglio.
Il cruscotto era pieno di audiocassette, che denotavano il gusto monotematico del mio amico, erano solo e quasi esclusivamente di Claudio Baglioni (io non ero certo tipo da Claudio Baglioni ....), quindi viaggiammo con Alé - oò a tutto volume, cantando a squarciagola (anche se non amavo il genere era impossibile non conoscere le parole). Era impossibile non notarci! Macchina arancione, musica a tutto volume, giovani e quindi belli come il sole, con i cappelli che ci proteggevano la testa, splendida giornata.
Ci mettemmo un po' per arrivarci, perché allora la strada era più lunga e tutta curve, per questo la spiaggia di Vignanotica era quasi vuota, rendendo così quel posto ulteriormente magico.
Amo questa foto, perché rappresentava il mio stato d'animo di quell'esatto momento, perché rappresenta luoghi a me cari (la spiaggia di Vignanotica) e il mare del Gargano che ho tanto amato.

Come mi ha scritto oggi una persona che mi conosce bene (e sa il mio stato d'animo di oggi 31 maggio) ... è solo il tempo che passa, e io gli ho risposto .... e lasciamolo passare .....




me (1987)
31 maggio 2017
https://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2017/05/quando-eravamo-2.html
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Un capodanno 

Mio nonno Antonio faceva come mestiere il Direttore d'Albergo. Tra i vari alberghi è stato direttore in Somalia, al San Domenico di Taormina, al Grand Hotel di Rimini, al Baglioni di Bologna (era lì quando una bomba durante la guerra prese in pieno l'Hotel). Gli ultimi anni diresse l'albergo delle Terme di Saturnia. Ogni tanto andavamo a trovarlo in quello splendido hotel. Io ho imparato, da piccolissima, a nuotare in quelle piscine calde grazie all'aiuto di un ragazzo che lavorava lì e che ebbe la pazienza di insegnarmi. Un anno, forse avevo 4 o 5 anni, andammo per passare il fine d'anno. Avete presente quelle feste di fine d'anno che si vedono nei film americani, tutti estremamente eleganti, mascherati, coriandoli, trombette e via dicendo? Ecco mio nonno organizzò una festa del genere. Eravamo io e mio fratello (le mie sorelle in quel contesto non le ricordo), ci fecero mangiare prima il brodino con i tortellini in mezzo ai coriandoli, ci diedero due trombette che naturalmente "fecero il bagno in quel brodino". Poi via, in stanza, a letto presto. Ma la festa era davvero bella, non resistemmo, uscimmo con i nostri pigiamini dalla stanza certi che non ci avrebbero scoperto per spiare dalle scale le persone che si divertivano e, avete presente quelle scalinate enormi di marmo che giravano in tondo con i corrimano in ferrobattuto? Ecco .... per riuscire a vedere bene infilai la testa in quel corrimano che naturalmente rimase incastrata, se non volevamo farci scoprire fu il modo più evidente per farlo. 
Ci misero molto a "disincastrare" la testa da quel ferro battuto ..... il primo capodanno indimenticabile per me.
(ps il secondo e ultimo capodanno indimenticabile per me fu il passaggio dal 1984 al 1985 a Roma, a casa di colui che allora era mio "quasi" cognato, la persona che più mi ha fatto ridere e divertire in tutta la mia vita - quante ne abbiamo combinate! -, ultima festa ma festa vera ......) 



31 dicembre 2016
https://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2016/12/un-capodanno.html

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A new cold cold life

"Fra' ma che è successo alla nostra amica A.?"
Mi disse la mia amica/collega/vicina di stanza.
"Non lo so è da tempo che non la sento"
"Ma non hai visto su FB quello che ha scritto?"
"Ma ne scrive tante che non le leggo neanche più, ma è da un un po' di tempo che non mi fermo più a vedere tutti i post, mi annoiano, i suoi soprattutto che sono sempre così catastrofici ..." 
"Credo che sia morto il padre"
"Ah, di questo mi dispiace. Vedo cosa ha scritto e caso mai le mando un messaggio per chiederglielo".
Purtroppo era così, io che normalmente sono molto vicina alle persone in questo caso ho mandato un breve messaggio su messenger. Mi sto adeguando anche io al nuovo social way.
I tempi sono cambiati e devo smetterla di aggrapparmi ai valori quali amicizia o quant'altro quando non ci sono più, devo adeguarmi anche io senza scandalizzarmi più di niente. Questa è la nuova way of life.
L'amica/collega/vicina di stanza che mi ha sempre espresso il suo volermi bene, per esempio, nonostante il fatto ci vedessimo tutti i giorni mi ha detto solo dopo mesi che aveva trovato un'anima gemella, lo sapevano tutti in ufficio, mi accorsi pure che ne parlò davanti a tutti su FB, ma a me no ...... Forse aveva creduto che io me ne fossi accorta dal suo post con cuoricini su FB, questo è il nuovo modo di comunicare .....Stessa cosa per la nostra amica A., tesoro qui, tesoro lì .... ma io non dovevo sapere da lei del grave lutto.
D'accordo smetto di fare la purista. Basta sentimenti veri, calore umano, adeguiamoci al social way, solo auguri su FB con tag (quando si fanno), bannare o mettere in liste nere chi ti sta sulle scatole (ma senza dirglielo naturalmente, perché lo deve capire tramite gli altri post il perché), mandare emoticon a cuori così, per default,  niente telefonate, niente "come stai?", niente "vediamoci un attimo che è da tanto tempo che non ci abbracciamo", niente di tutto ciò, only social signal way, non c'è più distinzione tra "amici" e "contatti su FB"...... A new cold cold life .....

Mi piegherò ..... ma non mi spezzerò


Ph Michael Kenna 



20 dicembre 2016
https://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2016/12/a-new-cold-cold-life.html

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B. e la Cinquecento grigia

Io e B. ci conoscevamo (anzi conosciamo, ma ormai siamo lontani) sin da piccoli. Lui faceva parte di una famiglia numerosa, più della mia che anche a numero di componenti non scherzava. Era più grande di me di qualche anno ed ero un po' la mascotte della loro famiglia. Per molto tempo abbiamo abitato nello stesso palazzo (i nostri terrazzi confinavano), ma, come ho già detto in altri articoli di questo blog, passavamo buona parte del nostro tempo nei giochi di bambini sotto i portici, dove tirava sempre un gran vento. Naturalmente abitando nello stesso paese abbiamo condiviso lo stesso liceo, numerose attività e anche avventure (compreso il viaggio interminabile un estate verso Vieste, di cui ho già parlato). B. anche se apparentemente, con il suo modo di essere un po' trasandato non sembrava, aveva una cultura immensa. Una bella cultura musicale (grazie a lui ho conosciuto i Fletwood Mac e David Sylvian), abbiamo lavorato pure insieme nella stessa radio; una grande cultura storica e geografica (si ricordava di tutti gli avvenimenti, le date, i nomi, era invidiabile), per non citare lo sport sopratutto il tennis (era un grande tifoso di McEnroe, sapeva tutto di lui, quando c'erano gli Internazionali ci riunivamo spesso a vederli). Ci ritrovammo insieme ad altri amici a Roma quando ritornai in quella che era la mia città. Casa mia, come al solito, era il fulcro e il punto di incontro, stavamo sempre lì, naturalmente spesso si autoinvitavano a pranzo e a cena e passavamo le notti intere fino alle 3 le 4 di notte a giocare a Risiko e a Trivial Pursuit (con mia sorella più grande sempre arrabiata che bussava contro il muro, che era confinante con la sua stanza, per cacciarli). B. vinceva sempre, era uno stratega a Risiko (una discreta fortuna ai dadi) e rispondeva a tutte le domande di Trivial, inutile dire che tutti lo volevano sempre in squadra (devo dire che anche io me la cavavo, sopratutto nelle domande di musica e spettacolo).

Foto web
Quante volte in queste serate ci è toccato accompagnare, entro mezzanotte, un nostro amico che faceva il militare a Pratica di Mare con la mitica cinquecento grigia (chi è di Roma lo sa che Pratica di Mare non è proprio vicino a Roma sopratutto per una cinquecento!), una volta mi chiese di accompagnarlo fino a Viterbo .... in quel caso non mi sono azzardata (neanche B. che mi seguiva sempre fu d'accordo). Invece B. non mi ha mia chiesto niente, alle tre di notte usciva da casa mia e non oso immaginare come arrivasse a casa sua, che non era poi così vicina (secondo me a piedi, era un gran camminatore).
B. conosceva tutti gli avvenimenti culturali romani. Ogni tanto mi chiamava e diceva: ho trovato dei biglietti per questo o quel concerto. Un giorno ci ritrovammo un pomeriggio di primavera al Palatenda a strisce (mi sembra che si chiamasse così) che allora si trovava dove ora hanno costruito l'Auditorium, a vedere i Fine Young Cannibals, che allora non conosceva nessuno, infatti sì e no eravamo in dieci in quell'enorme spazio. Insomma né io né gli altri amici ci tiravamo mai indietro alle sue proposte avventurose, andavamo sempre in giro, fino ad Ostia (dove abitavano altri nostri amici), sempre schiacciati nella mitica cinquecento grigia.
La Cinquecento grigia l'abbiamo dovuta dar via (se avessimo avuto un posto a Roma dove tenerla forse oggi l'avremmo ancora) e fu sostituita da una vecchia panda, che in realtà era di mia sorella. E' stato un gran dispiacere, perché ne abbiamo combinate di tutte i colori su quella cinquecento, compreso i viaggi verso il mare con mia madre, tutti e cinque schiacciati come sardine, che solo a pensarci mi viene un attacco di claustrofobia ....


12 agosto 2016
https://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2016/08/b-e-la-cinquecento-grigia.html

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Ricordi d'estate


Durante l'estate vengono alla memoria tutti i ricordi legati alle proprie estati. Durante l'estate succedono sempre cose che rimangono impresse per sempre. Sto leggendo un libro di Ozpetek e c'è un tratto in cui racconta di trovarsi in macchina attraversando un paesaggio simile a quello in cui ci ritrovammo allora, e subito ho pensato alla nostra avventura. 






Ph Fabio Volpe 



Un giorno d'estate di circa trent'anni fa o più, un mio amico mi disse: vieni con noi? serve un posto in macchina per Alessandro per poter accompagnare al mare i miei cugini al campeggio a Vieste, andiamo un po' in spiaggia e poi torniamo a casa. Andiamo con Giuseppe, Isa e Alessandro lo lasciamo lì. 

"Mamma, io vado al mare". "Con chi vai e dove?" "Con il figlio del farmacista, qui vicino, a Mattinata". Grande balla! 
Come al solito, quando parte una carovana di macchina si fa sempre tardi. Chi arriva tardi, chi ha dimenticato qualcosa, chi il padre gli ha lasciato la macchina tardi, insomma dovevamo partire alle due, alla fine siamo riusciti ad andar via alle tre e mezza. A quei tempi per arrivare a Vieste ci volevano almeno due ore, una strada sulla costa del Gargano piena di curve. Avevo capito che al mare non ci saremmo mai andati. Arriviamo al campeggio, i soliti problemi, scarichiamo i bagagli, la tenda, i problemi burocratici per la registrazione, insomma si erano le fatte le 7. Era da Pugno Chiuso che il mio amico diceva: "Ragà, dobbiamo fare benzina, ne ho poca".
"Appena lasciamo i ragazzi andiamo al benzinaio e la facciamo". 
Pronti a ripartire per tornare indietro. Benzinai aperti neanche l'ombra. Al mio amico viene la brillante idea di dire "Ma se tagliamo dalla Foresta Umbra? dovrebbe essere meno strada". Proviamo. Insomma, era diventato buio, in mezzo alla Foresta Umbra (chi la conosce sa bene che è un po' tetro, insomma incute paura). Abbiamo attraversato quel bosco buio, in cui si raccontava si nascondessero i briganti, quasi a passo d'uomo, spegnendo la macchina in discesa per evitare di utilizzare benzina. Di qui le discussioni: "no, non spegnere, sprechi più benzina per riaccendere", "No devi spegnere, ci serve così quel poco di benzina che rimane". Insomma, se il viaggio di andata era stato pieno di canti e risate, durante il ritorno nessuno parlava per l'ansia di doversi trovare in mezzo alla foresta a piedi su una strada dove non passava nessuno e dove avremmo potuto fare brutti incontri. Ricordo ancora la tensione e l'ansia ce si tagliava con il coltello. Oltretutto si aggiungeva l'ansia di quel che avremmo dovuto raccontare al nostro ritorno alle nostre famiglie. Allora non c'erano i cellulari. Se sparivi, sparivi davvero. Riusciamo ad arrivare al nostro paese, non so come, e non so perché (forse il Santo ha messo una mano sulle nostre teste), intorno alle dieci di sera. I miei erano furibondi, come mi aspettavo. Durante tutto il percorso sono stata a pensare alla bugia più plausibile, che condivisi con Isa, io l'avrei detta ai miei e lei ai suoi. Entro in casa con la testa bassa. Sfuriata dei miei e io: "Siamo rimasti a cena a Mattinata dai genitori di Isa". "Ma non potevi chiamare?" "Dove hanno la casa non c'erano cabine telefoniche". "E dove abitano?" Ecco, pensai, e ora che dico? dov'è 'sta casa?, "Ma sai quella strada che sale e lì da quelle parti". Quale strada fosse non l'avevano capito, come non avevo io stessa la minima idea di quale strada stessi parlando. 
Finale dei finali, io ero a digiuno, loro mi avevano lasciato apparecchiato con la cena. Ma non potevo di certo mangiare, io avrei dovuto cenare a casa dei genitori di Isa! Con la scusa di sparecchiare, rubai di nascosto dei biscotti per placare la fame, e mi chiusi in stanza. Naturalmente non mi lasciarono uscire, anzi non osai neanche accennare il fatto che sarei voluta uscire. Penso che sia stata l'unica volta in cui in estate, ad agosto, non sia uscita la sera ...... 
Ora ricordando quella sera mi viene quasi da sorridere, ma in realtà eravamo quasi terrorizzati dall'ambiente lugubre della foresta che ci circondava .....

1 agosto 2016
https://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2016/08/ricordi-destate.html
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Io, per esempio, colleziono pensieri.

In fondo ognuno di noi ha le proprie complessità, le proprie idiosincrasie e fissazioni. Ci sono cose che facciamo e cose che non faremmo mai, o soltanto in determinate circostanze. Cose di cui gli altri ridono, o disapprovano, o se ne meravigliano. Cose stravaganti, che sono solo nostre.
Io, per esempio, colleziono pensieri. Una delle pareti di camera mia è tappezzata di foglietti colorati pieni... di pensieri fugaci, che ho fissato proprio perché non andassero perduti.
Nicolas Barreau - Gli ingredienti segreti dell'amore


Ph Robert Doisneau 

Leggendo questo pezzo di Barreu ho pensato a uno dei miei peggior difetti, non buttare nulla che possa ricordarmi qualcosa. Anche in ufficio ho la scrivania piena di post-it con numeri, appunti, vecchi memo che potrebbero sembrare non aver nessuna importanza perché apparentemente non sono collegati a nulla, ma invece sono sempre utili nel momento in cui meno te lo aspetteresti. A casa ho scatole piene di lettere, cartoline, vecchi ricordi, numeri, appunti, bigliettini di auguri, biglietti di concerti, di treni, di autobus. Ricordo la storia di ognuno di essi, o quasi.... Ho mantenuto addirittura tutte le agendine piene zeppe di numeri di telefono. Ce ne è una, ed è quella dei miei diciott'anni, è bianca con dei disegnini e cuoricini rossi, ed era contenuta insieme ad un block notes in una copertina di stoffa. Ho dovuto cambiarla solo perché non conteneva più i numeri e le note non entravano più in quei foglietti (ho tutto ancora nel mio cassetto). Ogni tanto l'agendina che ho ora (perché io mantengo sempre un'agendina cartacea con i numeri di telefono, appunti, appuntamenti, sarò antica ma non me ne libererò mai) o il mio portafoglio sputano fuori all'improvviso bigliettini, scontrini vecchi o appunti. Mi viene in mente qualcosa e me la scrivo, devo dire la verità ma qualcosa per comodità la scrivo sul cellulare. Ma non è la stessa cosa. Tramite la calligrafia si capisce l'umore del momento, e non è poco.
Ci sono due scontrini di parcheggio quasi scoloriti, che appaiono, riappaiono, li metto via, scompaiono, e poi me li ritrovo sempre tra le mani. Come qualcosa che va via e poi ritorna. Uno di questi è un vecchio scontrino di una striscia blu in viale Giulio Cesare .... potrebbe essere argomento della storia di un mio prossimo racconto per qualche concorso.


La mia vecchia agendina

30/6/2016
https://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2016/06/io-per-esempio-colleziono-pensieri.html

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... ma non tutto va per il verso giusto .....

Siamo disposti a fare tutto, ma non tutto va per il verso giusto .....

E' una frase che mi ero annotata ascoltando un programma radiofonico tempo fa.
Ho pensato a quelle volte in cui si fa di tutto per ottenere o portare a termine qualcosa a cui si tiene in modo particolare. Si organizza tutto, si dà il meglio di sé, si cerca di far incastrare ogni piccolo particolare e poi, poi non si sa cosa accade, eventi avversi si oppongono e nulla va per il verso giusto. Sono arrivata al punto in cui non preventivo più nulla, non organizzo vacanze, uscite per week end, cene perché regolarmente accade qualcosa. Ormai cerco di fare tutto sull'impronta, tutto all'improvviso. Oggi è una bella giornata? sono libera? si va .... non so dove, ma si va. Ci si salva da molte delusioni in questo modo.

Non mi riferisco solo alla vita di tutti i giorni ma anche a quando si fa di tutto per mantenere i rapporti con gli altri e invece non tutto va per il verso giusto, nonostante si è cercato di difendere in tutti i modi, con tutte le proprie forze, ciò a cui si teneva. Si perdono per strada amicizie importanti nonostante siamo stati disposti a fare tutto quanto il nostro modo di essere ci permettesse. Nei rapporti umani è più difficile vivere all'"impronta", perché i rapporti si costruiscono nel tempo, non è che ci si fida così facilmente, le delusioni sono sempre in agguato .... ma tutto ciò che di bello accade all'improvviso ..... è meraviglia...

Ph Rodney Smith

29 giugno 2016
https://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2016/06/ma-non-tutto-va-per-il-verso-giusto.html
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"La mia giornata di oggi si potrebbe definire come l'apoteosi della delusione, l'ultimo colpo inferto su un corpo ormai esausto dai tanti colpi che si sono protratti, provenienti da varie parti, nel tempo. Non è colpa di nessuno, è colpa di un sistema che permette che ciò accada, forse è colpa mia che mi rendo vulnerabile, che accetto passivamente e ascolto fiduciosa ogni parola, che forse dovrei fornirmi di un elmetto, ma rimando sempre. Stasera mi è venuta in mente questa canzone, soprattutto per il testo, perché si vorrebbe che ".. si vivesse solo di inizi di eccitazioni da prima volta quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora" ed quindi ogni momento è giusto per ....


Costruire  - Home Session
(Niccolè Fabi)
5 febbraio 2016
https://perilmondomondicchiando.blogspot.it/p/la-musica-nel-cassetto-italia.html

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Danzare ....


Io non so ballare, per nulla, non possiedo assolutamente questo dono e mi dispiace moltissimo, perché è un arte che mi affascina molto. Io non sarei mai in grado di mantenere la disciplina assoluta che la danza richiede ai ballerini, e invidio molto chi riesce a farlo. A me piace, non tanto la danza classica, che comunque ritengo base necessaria per ogni tipo di danza si intenda intraprendere, ma amo la danza moderna e contemporanea. Ho cominciato a interessarmi di danza dopo che da piccola mi facevano vedere i film di Fred Astaire (che è di una bravura assoluta) e Ginger Rogers, o dopo aver visto i film di Bob Fosse come Cabaret o All that Jazz (e molti altri, sarebbe difficile elencarli tutti ...), e dopo aver visto in teatro uno spettacolo con le coreografie di Maurice Bejart. Ho cominciato quindi a cercare immagini e a documentarmi sui più importanti coreografi contemporanei, la Bausch, Martha Grahm, Roland Petit, Daniel Ezralow, per citarne alcuni.
http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2016/04/danzare.html

Ph Lois Greenfield 


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Quando eravamo ...
[...] Io sono lì in mezzo, in questa foto avevamo tra i diciassette e i diciotto anni, rivedendola riflettevo di quanto potessimo essere semplici, naturali, nessun atteggiamento, nessuna mania di protagonismo, eravamo lì, tutti uguali, nella posa classica della "foto ricordo". Quando eravamo .....

http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2015/11/quando-eravamo.html#links



Il gruppo 
[...] Ma ho sempre portato avanti con fierezza questo mio modo di essere (con molta sofferenza naturalmente) fuori da ogni regola e moda. Perché in fondo mi arricchiva, non mi omologava, mi rendeva, se non unica, ma almeno particolare. Quindi in questo modo ho avuto poche amicizie, solo conoscenze, però mi rimase il mito del gruppo affiatato di amici, che avrebbero fatto di tutto per te, che ti avrebbero ascoltato, protetto, supportato, che ci sarebbero stati in ogni momento. [...]

http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2015/11/il-gruppo.html



La casa nostro rifugio 
[...] Nelle notti d'estate, quando l'aria era tersa (soprattutto nei giorni di vento) si riusciva a vedere una volta celeste piena piena di stelle, che illuminava tutto il Tavoliere fino agli Appennini in fondo e sulla sinistra fino al mare e nelle giornate particolarmente "pulite" si arrivava a scorgere le luci sulla costa verso sud.[...]

http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2015/11/la-casa-nostro-rifugio-2.html



Paolo e Francesca 
Ho già scritto della mia stanza di quando ero ragazza. Era il mio rifugio ed era a mia immagine e somiglianza. Davanti alla porta attaccai due stralci dell'Inferno di Dante, [...]

http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2015/11/paolo-e-francesca.html



La radio
[...] In casa avevamo questa radio, anche mia nonna (dove ho passato buona parte della mia vita fino ai 5 anni e nelle vacanze) ne aveva una in cucina. Si ascoltava sempre la radio. All'ora di pranzo dopo il radiogiornale si ascoltava sempre "il gambero". Conoscevo tutti i programmi, Alto Gradimento, la Hit parade, chiamate Roma 3131, i programmi dalla "sala Asiago" dal vivo, i radiodrammi.[...]

http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2015/10/la-radio.html





La casa il nostro rifugio 
[...] La porta di quella casa era sempre aperta all’accoglienza, abbiamo ospitato gente proveniente da tutto il mondo, per esempio nostri amici universitari (noi siamo quattro figli e quindi ….) e poi ha accolto conoscenti, amici, parenti in visita o per loro visite mediche. Insomma un rifugio per molti. Anche per me.
http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2015/10/la-casa-il-nostro-rifugio.html

Il maestro
Sulle nostre strade incontriamo buoni maestri e cattivi maestri. I cattivi maestri riescono a modificare per sempre la tua vita (per esempio un “cattivo” insegnante di pianoforte mi ha fatto abbandonare lo studio ormai decennale che stavo facendo dello strumento; un altro cattivo maestro, bravissimo nel suo mestiere ma pessimo nei modi, mi ha fatto cambiare la strada che avrei voluto intraprendere. Alcune volte sarebbe meglio mantenere il sogno e non farsi guidare da maestri sbagliati...) [...]
http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2015/10/il-maestro.html


Gli incontri nel proprio cammino e l'aura 

Ho già avuto modo di scrivere su questo blog che spesso si incontrano persone nel corso delle propria vita, che in un modo o in un altro avranno un'influenza particolare sul proprio essere.
Aprile 1985, ero sul traghetto che portava da brindisi in Grecia insieme al mio gruppo scolastico. [...]

http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2015/10/gli-incontri-nel-proprio-cammino-e-l.html



Jacques Loussier Trio
[...] E poi ho deciso di inserire anche questa invenzione a due voci (faceva parte dei pezzi che avevo preparato per l'esame di quinto anno al Conservatorio che non ho mai dato.... ho lasciato lo studio de pianoforte ad un passo dall'esame ....)
Jacques Loussier Trio - Invenzione A 2 Voci N. 8 In Fa Maggiore BWV 779

Kamasi Washington
Nel corso delle propria esistenza si incontrano nel cammino molte persone, con ognuna delle quali si condivide ciò che più ci accomuna. Per esempio ogni volta che vado alla scuola dove mia figlia studia il sax, il segretario mi ferma sempre a parlare per scambiarci le ultime conoscenze musicali. L'altro giorno mi ha detto: l'ultima volta che ci siamo visti mi hai segnalato il bassista Thundercat (ve lo farò ascoltare) che è grandioso, ma ascolta questo, Thundercat fa parte del suo gruppo, verranno presto in concerto a Roma! [...]
Kamasi Washington - The Rythm Changes - live

http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/p/la-musica-nel-cassetto-instrumental.html

Ti voglio bene
Oggi è partita una discussione su FB dopo che un’amica ha pubblicato questa vignetta di Peanuts.



[...]Per me il “Ti voglio bene” ha un significato profondo ed è per questo che difficilmente mi lascio andare ad affermazioni di questo genere con persone che incontro nel cammino, sono veramente poche le persone che hanno sentito dire da me questa frase, e mi aspetto un sentimento sincero anche dagli altri. Ma Snoopy in questo caso, se letto in un contesto diverso dal social, credo abbia ragione (come sempre…), nonostante chi ha creato la vignetta abbia generalizzato e banalizzato qualcosa che in realtà è importante.
Il voler bene implica un sentimento, e “chi sente davvero” ha la necessità di dover e voler dimostrare all’altro, (non dico ogni giorno, ma di tanto in tanto e protratto nel tempo) di provare un sentimento, non ha bisogno di nascondersi dietro “ai troppi impegni”, alla vita che corre veloce, perché per lui/lei è importante far sentire all’altro di provare “la mancanza”.
Penso soltanto una cosa e ripeto la frase di Benni “Bisogna assomigliare alle parole che si dicono. Forse non parola per parola, ma insomma ci siamo capiti” (Saltatempo).

http://perilmondomondicchiando.blogspot.it/2016/03/ti-voglio-bene.html

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