lunedì 19 ottobre 2015

La casa, il nostro rifugio ....

Sì, forse la vita è questo. Si procede tra normalità e paura, e si aspetta ogni volta di tornare alla nostra dimora, di trovare un po' di quiete, un rifugio. Magari salendo le scale di casa verremo presi dall'angoscia, avvertendo che il dolore ci ha seguito fin lì. Comunque sia, è un inferno che conosci. Ed è meglio di quella nebbia spietata, meglio che non vedere nulla, meglio della solitudine dei nostri passi. (Stefano Benni – Cari Mostri)

Stefano Benni descrive così il ritorno a casa, la casa come rifugio, dove ritroviamo la nostra quiete (almeno così dovrebbe essere, anche se per molti non lo è). Ma in fondo, quando ci si trova a disagio in alcune situazioni si pensa sempre: voglio tornare a casa mia!!!!!

2013

Questa è una foto della casa ormai abbandonata e priva di vita e colori, dove ho passato parte della mia infanzia e della mia gioventù. Questa casa ne ha viste di tutti i colori, ha sopportato i terremoti, il vento che da quelle parti soffia alcune volte in modo “feroce”, tanto da sembrare da far volare ogni cosa, la neve, il freddo.
Una casa, quasi in campagna, con un bellissimo piccolo giardino, anche se disordinato, curato da mia madre. 
Una casa piena di gatti e cani. 
Il mio vero rifugio però, non era solo quella casa, ma la mia stanza che racchiudeva il mio mondo multiforme, dove c’era soprattutto una radio, che ascoltavo perennemente anche di notte. Ero orgogliosa di quella stanza sui cui muri era attaccato ogni singolo ricordo, ogni cosa che per me fosse importante. Ogni cassetto nascondeva e custodiva mille piccole cose, che anche se apparentemente prive di importanza, per me erano di grande significato.
  1985
Ogni persona che conosco ha un ricordo particolare di quella casa. Ogni volta che se ne parla affiorano a tutti mille ricordi, in molti ne sono legati. Era un punto di ritrovo per tutti gli amici, facevamo feste, pranzi, cene, ci si ritrovava a giocare, a vedere film, a suonare, ad ascoltare la musica. C’era un gran via vai e tutti hanno un bellissimo ricordo. C’è stato un periodo in cui spesso ero sola e la sera al posto di incontrarci in piazza ci si incontrava a casa mia, un via vai di gente, anche mai vista né conosciuta, si tirava fino a tardi, organizzammo “pigiama party”, pizzate, sedute spiritiche (il luogo si prestava molto).
La porta di quella casa era sempre aperta all’accoglienza, abbiamo ospitato gente proveniente da tutto il mondo, per esempio nostri amici universitari (noi siamo quattro figli e quindi ….) e poi ha accolto conoscenti, amici, parenti in visita o per loro visite mediche. Insomma un rifugio per molti. Anche per me. Ricordo una volta venni inseguita da un male intenzionato, corsi verso casa, riuscii ad entrare dal cancello ma non dalla porta che risultava bloccata, provai ad entrare in altro modo mentre il tipo cercava di scavalcare il cancello. Il mio cane, che regolarmente abbaiava a tutti i miei amici, in quel caso lo osservava senza fare nulla …. Insomma alla fine mi nascosi nel garage e il tipo desistette dal suo cattivo intento. Mi salvai, ma non sempre le cose vanno per il verso giusto ….

Ora vivo in una casa che è molto, ma molto più piccola, non è più frequentata da così tanta gente, è in piena città, è all’ottavo piano, non ha il giardino, è piena di libri, di oggetti, di ricordi che difficilmente butto… ma, anche se stretta, ci sto bene e rimane il mio piccolo rifugio.

Nella pagina dedicata alla musica straniera di questo blog, tempo fa pubblicai un pezzo dei Cinematic Orchestra, to Build a home, e terminai con la frase “E quando qualcuno ti dice: Ho costruito una casa, per me, per te, vuol dire che ti vuole ben davvero .....”

Non potevo non terminare questo mio articolo sulla mia casa se non con un’altra canzone, in questo caso di Pino Daniele, pezzo ascoltato mille volte in quella casa, nella mia stanza. In fondo chi di noi non vorrebbe tornare a casa propria, che non è detto che sia quella che si abita .... 

Pino Daniele - Puorteme a casa mia - 1981



Puorteme a casa mia
addo cresce tutte cose
senza parlà
Puorteme a casa mia
nun me fà cchiù girà
e po appicciammo 'o fuoco
chiudimmo 'a porta
pe' nun 'o fà stutà
Puorteme a casa mia
addò chi cade 'nterra
se sape aizà
Puorteme a casa mia
'o tiempo da guardà
Piglio sulo quaccosa
avanza 'o pere
nun me fà spantecà
Ma nun vide si nun passe mò
nun passamme cchiù
Ma nun vide si nun passe mò
nun passamme cchiù
Piglio sulo quaccosa
avanza 'o pere
nun me fà spantecà

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