venerdì 28 agosto 2015

L’importanza delle parole.

C’è Nanni Moretti che in un famoso film urla alla giornalista: come parla? Le parole sono importanti!


Le parole sono importanti, ma le stiamo rendendo vuote … copio un brano tratto da un libro “Ragionevoli dubbi” di Carofiglio:
“Le nostre parole spesso sono prive di significato. Ciò accade perché le abbiamo consumate, estenuate, svuotate con un uso eccessivo e soprattutto inconsapevole. Le abbiamo rese bozzoli vuoti. Per raccontare, dobbiamo rigenerare le nostre parole. Dobbiamo restituire loro senso, consistenza, colore, suono, odore. E per fare questo dobbiamo farle a pezzi e poi ricostruirle”.
Ma per quanto ci sforziamo nel cercare di dare un senso pieno alle nostre parole, purtroppo spesso l’interlocutore distratto non le ascolta neanche.
Ieri parlavo con una persona che mi ha raccontato che una sua amica di vecchia data le disse: non ci sentiamo più perché tu hai quel telefono antico, non hai whattsap. Lei rispose: possiamo sempre parlare a voce. E l’altra: è una perdita di tempo parlare al telefono, con Whattsap è più facile comunicare.
Ecco! Ormai si comunica con amici di vecchia data solo tramite sterili messaggini su Messenger, Whattsap o Hangout. Frasi brevi, condite di stupidi emoticon, parole prive di significato, facili da fraintendere. Solide amicizie si sono rotte per questa causa. Ormai al posto di chiedere usando le parole: come mai hai fatto o detto questo, oppure, mi chiarisci questo tuo comportamento?, si “banna”, si blocca il numero di telefono, si blocca ogni tipo di comunicazione, in silenzio, è più facile così, si evita il confronto. E’ difficile oggi come oggi riuscire a sostenere il confronto, come dice Carofiglio “per raccontare, dobbiamo rigenerare le nostre parole ….” … Viva le parole, ma sono importanti anche i silenzi, ma solo quelli densi di significato.

Ho riflettuto su queste parole che ho scritto e ho pensato che in realtà, a prescindere dalle nuove mode dettate dai social, alla difficoltà che abbiamo nel parlare tra di noi. Io stessa molte volte ho difficoltà a comunicare con gli altri, ad aprirmi, e perché? perché difficilmente troviamo persone disposte ad ascoltare, ma ascoltare veramente. Si corre talmente velocemente e si è talmente concentrati su sé stessi che non appena si ha davanti qualcuno che prova ad aprirsi, o che ha necessità di comunicare, ci si chiude, si blocca ogni contatto. In un suo libro sempre Carofiglio scrive: Mi piace come ascolti. Fai venir voglia di parlare. E trovare qualcuno disposto a lasciare in tasca il cellulare e ad ascoltarti veramente è veramente raro .....


Penso che la canzone di Samuele Bersani "Le mie parole", possa riassumere, in parte, il senso delle parole. 


Ho trovato girando per il web questa versione dal vivo, peccato non si senta bene, ma mi piace molto: 
Pacifico - Bersani - Sangiorgi - Silvio Masanotti - Songacross




Le mie parole sono sassi
precisi aguzzi pronti da scagliare
su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese
gonfie di sottointesi
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
a lungo spasimate e poi centellinate, sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare
Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute
promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate
sul foglio capitate per sbaglio
tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire
lo ammetto
strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...
Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli pare
si perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio a testa prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire...
strette tra i denti
risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate

da un palmo soffiate

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