mercoledì 11 luglio 2018

Mandorle ....

L’importanza di una fotografia non sta esclusivamente nel fatto che sia bella, perfetta, luce giusta, profilo giusto, ma sta anche in ciò che rappresenta (soprattutto per noi mortali e semplici fotografi da cellulare).


Questa foto l’ho scattata qualche giorno fa in un luogo in cui ho vissuto per tanto tempo (anche se non sono originaria di quei posti) in cui sto tornando più spesso ultimamente per una serie di ragioni. Sono delle mandorle che ho “rubato” da alberi in una “campagna” (così si dice giù in Puglia), in zona “matine”, di una persona che conosco.
Qualcuno potrebbe obiettare “ e che cosa ci trovi di tanto straordinario in alcune mandorle rubate?” Ci trovo il mio passato e ci trovo le tradizioni di una terra contadina che, in parte, nonostante tutto mantiene le proprie tradizioni.

Quando ero bambina e ragazza per tornare a casa potevo tagliare attraverso un prato pieno di alberi di mandorli. Avevo il privilegio (e in pochi mi capiranno) di poter mangiare le mandorle ad ogni grado di maturazione. In primavera sono piccole, quindi si possono mangiare interamente compresa la buccia verde, sono aspre ma sono buone. Dopo un po’ la mandorla all’interno comincia a formarsi ed è, come dire, collosa. In questo periodo il grado di maturazione è quello che preferisco, si è formata la buccia dura e all’interno le mandorle sono formate ma fresche (quelle della foto). Poi in estate piena diventano come le mangiate normalmente.

Non so da quanti anni che non mangiavo le mandorle fresche, togliendo la buccia battendole con una pietra grossa, quelle pietre tipiche del Gargano, vi assicuro che sono buonissime e non posso negare di essere ritornata indietro ….

L’altra sera ho incontrato in una festa molte persone che non vedevo da tempo, persone che pensavo neanche si ricordassero più di me. Invece non era così, mi hanno accolto, abbracciato e riconosciuto tutti (mi hanno detto che non sono cambiata affatto da allora), e se non mi riconoscevano bastava che dicessi “sono Chicca” e si ricordavano subito. Sono tornata “Chicca” per due giorni (lì tutti mi chiamano così), e sono tornata ad essere un po’ quello che ero allora. Ho tempo fino alla fine di Agosto, poi, lasciando la casa, dovrò tagliare un ulteriore filo che mi lega a quei luoghi e al Gargano, ma non sarà mai completamente, dovrò tornare ma sono sicura che troverò un posto dove mi accoglieranno, ma perdere ogni filo significa perdere ogni volta un po’ di me.

Chicca .... 

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