lunedì 6 febbraio 2017

Absit iniuria verbis

E quando stavamo arrivando alla stazione che c'era scritta sul bigliettino, io avevo sentito gli atomi diventare più pesanti e avevo alzato la testa dal libro e all'entrata del vagone c'era la regione dell'Asia minore che però quella volta lì non si era fermata sulla porta si era venuta a sedere di fianco a me.
E io l'avevo guardata e le avevo detto "Mi perdoni?"
E lei mi aveva guardato e mi aveva detto "Absit iniuria verbis".
E io, a sentir la sua voce che diceva "Absit iniuria verbis", son scoppiato a piangere, perché sono un coglione.
E questo era il decimo treno.

Paolo Nori - Undici treni


Jack Vettriano

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