domenica 21 febbraio 2016

Roberto Cotroneo e le parole ....

Cosa abbiamo fatto alle nostre parole? Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, di vita, di futuro e di progetti? Andrebbe rifondato il linguaggio. Si dovrebbe andare a scuola di parole: le parole date che vengono tradite, le parole dette pronte a essere dimenticate, le parole gridate per una rabbia che spesso è demagogia, e quasi mai vero dolore. Andrebbe rifondato il linguaggio sapendo che non basta usare le parole in forma retorica per esprimere vera intensità (ed è il vizio peggiore di questi anni) che non basta parlare d’amore per lasciarsi travolgere dai sentimenti, che non basta la poesia per vivere in modo poetico. E neppure essere poetici per scrivere poesia. Abbiamo svuotato le parole, le abbiamo rese leggere per sfuggire alla vita. Un tempo abbiamo scritto parole sui muri perché fossero indelebili, e ora si scrivono in luoghi che non hanno una consistenza. La parole di oggi non macchiano le dita d’inchiostro, non vanno coperte dai muri con la vernice. Le parole di oggi sono pioggia che finisce nei tombini, pioggia che ti bagna, che arriva da un cielo grigio e saturo che non sappiamo più leggere.
(Roberto Cotroneo)

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