domenica 7 marzo 2021

Se avessi

Il fatto è che non ci si accorge mai in tempo di ciò che è importante e ciò che non lo è. Finché l’essere amato t’opprime con le sue pretese, i suoi lacci, ti senti rubato a te stesso e ti sembra che rinunciare per lui a un lavoro o a un viaggio o a un’avventura sia ingiusto; apertamente o in segreto covi mille rancori, sogni di libertà, vagheggi un’esistenza priva d’affetti dentro cui muoverti come un gabbiano che vola nel pulviscolo d’oro. [...] Però, quando lui non c’è più, e quello spazio si spalanca infinito dinanzi a te, sicché puoi volare nel pulviscolo d’oro a tuo piacimento, gabbiano senza affetti e senza lacci, avverti un vuoto spaventoso. E il lavoro o il viaggio o l’avventura che gli sacrificasti così a malincuore ti appaiono in tutta la loro inutilità, non sai più cosa fartene della libertà riconquistata, come un cane senza padrone, una pecora senza gregge, ti aggiri in quel vuoto piangendo la schiavitù perduta e daresti l’anima per tornare indietro, rivivere le pretese del tuo carceriere. Perché il rimorso ti strozza. Il rimorso è una piaga incurabile. Invano cerchi di medicarla con attenuanti, giustificazioni, se-avessi-saputo, se-avessi-indovinato, invano cerchi di ignorarla affermando che tu hai mancato verso di lui quando lui mancò verso di te, quindi i conti son pari. 

Oriana Fallaci – Un uomo 


Ph René Groebli

  

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