“C’è un equilibrio precario, e l’uomo si spinge in avanti per non vacillare, come un funambolo. E poiché avanzando nella vita egli si lascia quella vissuta alle spalle, gli anni ancora da vivere e quelli già vissuti formano un muro, e il suo cammino finisce per assomigliare a quello del tarlo che, nel legno, può contorcersi come vuole, perfino tornare indietro, ma si lascia sempre alle spalle uno spazio vuoto. E in questa tremenda sensazione di uno spazio cieco, tagliato fuori, dietro a quello riempito, in questa metà che continua a mancare, sebbene tutto sia già un intero, si scorge finalmente ciò che chiamiamo anima.”
Robert Musil - L'uomo senza qualità
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