mercoledì 8 febbraio 2017

L'attesa

Che ore sono? Non voglio saperlo. Le ore in cui si aspetta non hanno la durata del tempo quotidiano. La loro misura non è quella di un pendolo che oscilla regolare, ma di un cuore che batte, a spasmi e inciampi. Il tempo dell’attesa ti circonda, ti avvolge interminabile.
E' come navigare in un mare di cui non si vede la fine.
Chi sto aspettando? Che importanza ha? Un amante, un marito, un figlio, una figlia o...un medico con un verdetto, un assassino col coltello, forse uno sconosciuto.

[....] Esiste un tempo sospeso, talvolta felice tra due attese. Tutti aspettano nella vita, è vero. Ma ci sono persone, soprattutto noi donne…che non fanno altro che aspettare. Ogni ora e ogni giorno. Perché accettare la responsabilità, l’amore, l’affetto, l’attenzione la solidarietà vuole dire fare parte di questa schiera dannata.
Quelle e quelli che stanno alla finestra nella notte, il ridicolo dolce esercito di quelli che aspettano.
Aspettiamo senza riuscire a pensare ad altro, spesso senza farci aiutare da un libro o dalla musica. Ogni squillo di telefono ci fa tremare il cuore, ogni voce vicina ci inquieta: ed è un nuovo dolore, non è questa la voce, non è questo il volto che aspettavamo.
E odiamo chi non è colui o colei che aspettavamo.
[...]
Certo qualcuno ha aspettato anche noi, e forse non ce ne siamo mai accorti. Mentre credevamo di essere gli unici abitanti del mondo dell’attesa c’erano altri che attendevano noi…un genitore, un amante, un figlio...che ci aspettava. E noi non conosceremo mai il dolore del suo tempo, i suoi pensieri ma possiamo immaginarli erano uguali ai nostri.
Ora che aspetto, ringrazio tutti voi che mi avete aspettato con affetto con ansia vi chiedo perdono se non me ne sono accorta. Perdonatemi.
E quanti ritorni, pieni di frasi assurde e crudeli...
“Dove sei stato? Dove sei stata? Perché non hai telefonato, cosa ti è successo, perché così tardi, con chi eri?”
Chi di voi non ha detto o ascoltato queste solite frasi eppure le ripeteremo ancora, altri le ripeteranno, è destino, proprio come è destino restare qui, svegli, col cuore che batte, pieni di neri pensieri e di nostalgia.
E niente può rassicurarci. Solo il rumore di quei passi... che si avvicinano...la sua voce, il suo volto. Un attimo luminoso di gioia in fondo a un nero tempo che morde l’anima.
A volte penso: è tempo perso questo aspettare? O è il tempo più necessario e prezioso, il prezzo che dobbiamo pagare all’affetto, alla cura, alla fratellanza?
[....]
…ma chi aspetta davvero è vivo, aspetta sempre con amore…con un eccessivo, sprecato, indicibile, ridicolo amore.
Aspetterà sempre e gli sembrerà di non aver fatto altro giorno dopo giorno. Che i momenti in cui non aspetta, la quotidiana normalità non sia che un istante sospeso nel grande tempo dell’attesa….una lampada in una notte tempestosa...interminabile come questa...e forse... I suoi passi? Sono i suoi passi?

L’attesa di Stefano Benni tratto da "Le Beatrici"

Ph Peter Lindbergh
(Mariacarla Boscono)

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