Felicità
Ciò che stava sperimentando era senza dubbio la felicità, ma a volte, per quanto gli sembrasse strano, si accorgeva che era una condizione imbarazzante, complicata e, in fin dei conti, tutt’altro che gradevole. Quel che lo metteva a disagio più di ogni altra cosa era l’intensità di tale sentimento: vi era qualcosa di eccessivo, di forzato, come se fosse costretto ad andare in giro in frac e cilindro per tutto il giorno, anche la mattina e giorni feriali. Cominciò a realizzare che la felicità non può essere considerata come una proprietà privata, di cui un giorno si entra in possesso quasi si trattasse di un’eredità, e poi bisogna soltanto averne cura e custodirla per impedire che venga rubata o che si svaluti. In realtà la felicità andava inventata di volta in volta, ogni mezz’ora, ogni minuto, si manifestava in maniera del tutto imprevedibile, e in generale era più snervante e molesta che rasserenante e piacevole.
Sándor Márai - L'isola
(Truman Capote)
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