David Bowie era il suo mentore, il suo rifugio, la sua risorsa interiore in un periodo complesso della sua vita. Periodo di “changes”, quando si entra nell’età adulta e si cerca una identità. Col tempo poi si cambia, si muore, si rinasce, ci si trasforma. Proprio come faceva Bowie, che si è trasformato continuamente nella sua vita, si è travestito con colori improbabili, truccato. Per un periodo si pensava fosse gay, in altri aveva uno stuolo di donne al suo seguito. Era un genio, che sembrava (anzi era) sempre alla ricerca di una identità che inizialmente mascherava sempre. Bowie ha trovato con il tempo, con la maturità, la sua identità, il duca bianco in tutta la sua espressione, un’eleganza esteriore e interiore indiscutibili, come anche nei testi delle sue canzoni, che all’inizio della sua carriera era meglio non tradurre per l’apparente banalità ….
Credo di essere stata la prima persona a dargli la triste notizia, uno scambio di veloci e “freddi” messaggi che il nostro tempo purtroppo impone, ma sono assolutamente certa che questa notizia lo abbia riportato indietro nel tempo quando Bowie era parte importante e preponderante della sua vita, quando viveva le sue inquietudini attraverso le sue canzoni.
Come ho già scritto una serie di persone che mi hanno accompagnato nella mia vita amavano in modo viscerale David Bowie, chi mi ha lasciato tutta la discografia in vinile, o chi mi regalato, come se fosse il dono più prezioso in assoluto “ziggy stardust” , tra queste persone anche mia figlia che ha cominciato a seguirlo molto presto, soprattutto quel David Bowie all’inizio della sua carriera …
Il video di “Lazarus” secondo singolo del suo ultimo LP è una specie di testamento. Questi sono i primi versi:
Look up here, I'm in heaven
I've got scars that can't be seen
I've got drama, can't be stolen
Everybody knows me now
E il video stesso non lascia dubbi all’intento del Duca Bianco …..
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